ilNapolista

Pareggiare 1-1 col Barcellona e recriminare: la notte di maturità del Napoli di Gattuso

Gattuso prepara molto bene la partita. Alla fine, chiedersi se non sia stato troppo difensivo è un lusso. Callejon si divora il 2-1. Il Barcellona conferma che le grandi squadre menano

Pareggiare 1-1 col Barcellona e recriminare: la notte di maturità del Napoli di Gattuso
foto Hermann

Si può recriminare dopo un pareggio col Barcellona? È questo il tema. Ed è questa la domanda. Per certi versi assurda. Perché il Napoli ha giocato un’ottima partita, anche di più, una partita quasi perfetta, attenta, certamente difensiva. Forse troppo. Ma col senno di poi, si può dire tutto. Gattuso ha schierato non una ma due linee Maginot. Ha lasciato il pallone ai catalani e ha fatto densità, catenaccio, ha chiuso ogni spazio, chiamatelo come volete. Con Insigne spesso e volentieri in seconda battuta su Messi. E il solo Mertens solo là davanti. Ma con il Napoli sempre pronto a ripartire, con aggressività e determinazione.

La partita l’ha fatta il Barcellona. C’è un dato su tutti a mostrarlo. Quando, al 30esimo del primo tempo, Mertens ha segnato il gol dell’1-0, aveva toccato appena cinque palloni. Uno ogni sei minuti. Al sesto, però, ha fatto gol. Al primo tiro in porta degli azzurri. Va però detto che Ospina non compiuto nemmeno una parata. Gattuso ha lasciato il pallone al Barcellona. E basta. Non il campo. Un possesso palla buono per le statistiche e poco più. Anche se i catalani hanno confermato quanto anticipato da Gattuso in conferenza: sono molto bravi a recuperare il pallone.

Nella ripresa, il Barcellona ha mostrato anche un altro aspetto. Le grandi squadre menano. Sanno menare. Busquets è entrato in maniera rude su Mertens e lo ha azzoppato. Lo ha costretto a uscire. Il Barça ha continuato il suo gioco. Pallone a destra, pallone a sinistra, finché il varco non si è aperto. Busquets nel corridoio per Semedo che ha messo al centro dive Griezmann facile facile ha segnato l’1-1.

Ed è qua che ha cominciato a fare capolino l’idea della recriminazione. Perché ci si poteva attendere la resa del Napoli – come accadde contro il Real Madrid – e invece la squadra di Gattuso è cresciuta. È cambiato tanto rispetto a quel Napoli. Questo ha giocato pensando all’obiettivo finale, è cresciuto strada facendo. E infatti a questo punto del match, per la prima volta, ha prodotto accelerazioni. E ha messo in difficoltà il Barcellona. Non più atteggiamento conservativo. E i catalani sono andati in difficoltà. Non se l’aspettavano. Patiscono quando vengono aggrediti.

Al 61esimo ottima azione personale di Insigne che ha superato due avversari e impegnato Ter Stegen con un forte e insidioso rasoterra. Due minuti ed ecco l’occasione più clamorosa: il Barça ha perso palla, Milik ha servito Callejon che da solo davanti a Ter Stegen ha tirato addosso al portiere che è stato sì bravissimo a uscire ma lo spagnolo si porterà a lungo questa occasione sulla coscienza.

Il Napoli ha dato l’impressione di stare persino meglio fisicamente. Di averne di più. Il Barça ha chiuso in dieci per l’espulsione di Vidal. Messi ha fatto poco, qualche sparuta accelerazione, è stato molto ben controllato.

È finita 1-1. Bisogna applaudire questo Napoli. E fare i complimenti a Gattuso che nel corso di questi mesi ha saputo mettere da parte le proprie ambizioni estetiche e ha saputo proseguire quel che era stato costruito nell’ultimo anno e mezzo, e cioè una squadra che sapesse giocare più partite in una. Quella di stasera è stata una grande prova di maturità del Napoli. Che adesso andrà a giocarsela al Camp Nou. Da sfavorito. Ma non da battuto in partenza.

ilnapolista © riproduzione riservata