In 15 giorni Corsport prima e Corsera oggi delineano il piano politico di quest’imprenditore che viene spesso sottovalutato dal punto di vista mediatico
Un paio di settimane fa, il Corriere dello Sport pubblicò una prima pagina che andrebbe conservata. Informava di una possibile, probabile alleanza tra le proprietà straniere della Serie A. Ecco cosa scriveva Massimo Basile:
Tra le austere stanze di un palazzo nel West End di Londra e quelle luminose di uno studio legale a Park Avenue, New York, sta germogliando un’idea impensabile solo dieci anni fa: trasformare la Serie A in una nuova Premier League. Più competitiva, equilibrata, ricca. Ma per farlo, serve trasformare un campionato dominato da una sola squadra in un torneo con più protagoniste, perché aumenti il fascino anche all’estero. Se la Juventus è il centro, sta cambiando tutto il resto. Ci sono cinque proprietà straniere, di cui tre americane, una canadese e una cinese, che stanno trasformando il dna finanziario del nostro campionato. Altri club potrebbero finire in mani straniere, come la Sampdoria, forse il Parma e il Genoa, e accelerare la transizione. Con il passaggio della Roma dal bostoniano James Pallotta al texano-californiano Dan Friedkin, ci sarà anche il primo cambio di testimone tra proprietà americane, una cosa da Premier.
E ancora:
La trasformazione finanziaria del nostro calcio può portare al cambiamento culturale. Negli ultimi anni sono arrivati Paul Singer, patrimonio di 3,5 miliardi di dollari, la famiglia Saputo, 5 miliardi, il gruppo Suning, 19 miliardi, ed è atteso Friedkin, 4,2 miliardi. Il calcio italiano, nonostante le apparenze, attira investitori dagli Stati Uniti. L’Italia attira denaro dall’America: negli ultimi sedici mesi, spiega un avvocato di Wall Street, più di un miliardo di dollari sono fluiti dagli States all’Italia. Tra questi, gli oltre duecento messi da Rocco Commisso, magnate da 7 miliardi, per acquistare la Fiorentina e muovere la macchina organizzativa del club. Ma le proprietà straniere si stanno scontrando con un sistema feudale: il calcio non decolla, in campo domina da dieci anni solo una squadra, padrona di tutto, le altre hanno solo le briciole. La presenza di proprietà straniere starebbe portando alla saldatura tra miliardari e a una nuova lingua. Milan, Inter, Roma, Fiorentina e Bologna vogliono modernizzare il modello di Serie A e renderlo più internazionale, con più squadre in vetta, distribuendo i diritti tv in modo più equo.
Oggi ne scrive anche il Corriere della Sera.
Mister Rocco ha avuto un impatto forte a Firenze. Sorride spesso e non si sottrae ai selfie «ma non sono un ricco scemo venuto in Italia a buttare via i soldi». La polemica con gli arbitri, dopo la Juventus, è solo un assaggio. La Fiorentina americana ha uno spirito battagliero e vuole entrare a fondo dentro il calcio italiano. Sette mesi sono stati sufficienti per capire cosa non funziona e quali sono i terreni della sfida.Si parte dalla Lega. Sinora i viola hanno parlato poco alle riunioni e si sono astenuti durante l’elezione del presidente Dal Pino. Da qui in avanti non sarà più così. L’obiettivo è sparigliare l’ordine costituito e cercare alleanze funzionali alla crescita della Confindustria del pallone.
Lo slogan è: la Serie A come l’Nba. E poi l’incontro riservato col presidente della Figc Gravina.
Con il Milan l’intesa è stretta e con le altre proprietà straniere è cominciato il dialogo. C’è curiosità per capire se ci possono essere punti d’intesa con Claudio Lotito. Intanto sarà ripresentata la proposta di aprire un ufficio a New York ed è nata l’idea di una convention, stile americano, a inizio stagione, divisa per settori aperta a tutta l’area professionistica. Si lavorerà anche per migliorare il dialogo con il Coni e intensificare quello con la Federazione. Ai viola e a molti altri club preme risolvere la dirompente crisi arbitrale, che è stata oggetto dell’incontro riservato a Coverciano tra Commisso, Barone e Gravina, il numero uno di via Allegri.