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Addio al 4-3-3, Insigne in panchina e contropiede: Gattuso abbandona il dogmatismo e batte l’Inter

Dimostra intelligenza, schiera il 4-5-1 e il Napoli batte l’Inter 1-0 (gran gol di Fabian). Falso che sia una squadra perfetta per il 4-3-3. Il gol nasce da un contropiede: poesia

Addio al 4-3-3, Insigne in panchina e contropiede: Gattuso abbandona il dogmatismo e batte l’Inter

Gattuso ha impiegato due mesi a capire che le sue parole nella conferenza di presentazione erano sbagliate. Non era affatto vero che questa squadra era perfetta per il 4-3-3. Il Napoli non ha avuto un folle in panchina per diciotto mesi, e finalmente questa sera Gattuso se n’è reso conto. Inter-Napoli di Coppa Italia è un’epifania nella gestione del tecnico calabrese che fortunatamente abbandona il dogmatismo e si rende conto che è giunta l’ora di abbandonare anacronistici passatismi.

Gattuso sfodera la sua miglior prestazione da allenatore del Napoli e gli azzurri vincono 1-0 sul campo dell’Inter e così ipotecano il passaggio alla finale di Coppa Italia.

Niente 4-3-3. Niente Insigne che per la prima volta finisce in panchina per una botta rimediata contro il Lecce, così come per la prima volta nella gestione Gattuso Mertens è titolare. Il Napoli opta per uno schieramento prudente, molto prudente, saggiamente prudente: un 4-5-1 con due linee a protezione della porta di Ospina, con Demme fa il pendolo in orizzontale e che ogni tanto arretra di un paio di metri, così come ogni tanto avanzano o Fabian o Zielinski per disegnare il 4-4-2 di ancelottiana memoria. Gli altri due della cerniera di centrocampo sono Callejon ed Elmas che viene schierato a sinistra, all’esterno, dove lo schierò (a destra) Ancelotti a Ferrara tra gli schiamazzi generali del popolo bue. Il Napoli chiude bene gli spazi all’Inter nel primo tempo e si rende anche pericoloso nel finale con Zielinski chiuso da Padelli. Senza peraltro mai rinunciare alla costruzione da basso. Il Napoli non butta mai via il pallone. Ma si difende. Perché non c’è nulla di vergognarsi nel difendersi.

Gattuso rinnega il programma elettorale della sua gestione – parliamo del 4-3-3 – e a nostro avviso regala una prova di grande maturità. Gattuso poteva scegliere: se proseguire in maniera a nostro avviso ottusa sui binari che stavano portando lui e il Napoli al disastro, oppure affrontare le partite e gli ostacoli con sano pragmatismo, con realismo. Gattuso ha dimostrato di non essere solo un teorico, ma di saper adattarsi alla realtà e quindi di essere intelligente. E noi al Napolista non possiamo che gioirne. Inoltre Gattuso ha schierato i calciatori migliori. Dal primo minuto Manolas, Fabian, Mertens, Elmas, poi entra anche Allan.

A questo quadro aggiungiamo che il gol del Napoli – segnato da Fabian Ruiz al 57esimo – arriva al termine di un’azione di contropiede. Pura poesia. Il Napoli perde il tempo del contropiede, ma è bravissimo lo spagnolo a tenere palla, accentrarsi per poi far partire uno dei suoi imparabili sinistri a fil di palo.

Ovviamente dopo il vantaggio il Napoli soffre un po’, ma nemmeno tanto. Conte gioca contemporaneamente con Lukaku, Lautaro, Eriksen e Sanchez ma produce solo un parapiglia davanti alla porta di Ospina, nulla più.

Siamo contenti. Il Napoli ha vinto. Il Napoli ha ipotecato la finale di Coppa Italia, o comunque è in vantaggio. Gattuso ha dimostrato di saper cambiare spartito. E soprattutto ha capito che dopo Sarri è successo qualcosa, ci sono stati 18 mesi di gestione Ancelotti che non è l’ultimo arrivato. Ci sarà stato un motivo se Ancelotti ha ritenuto che il Napoli non potesse più giocare in quel modo. Certo due mesi per capirlo sono tanti ma in tempi di guerra non possiamo metterci a fare le pulci alle buone notizie.

La speranza è che questa serata sia l’alba di un nuovo giorno per il Napoli di Gattuso. Stasera siamo finalmente usciti dal cono d’ombra sarrita e siamo entrati nella contemporaneità. Bentornato Napoli.

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