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Sarri: da comandante a commendatore, da Che Guevara a Cavour

La bellezza resterà, l’inganno non la stropiccerà, ma gli occhi guarderanno solo il ricordo, così come si fa con le delusioni forti

Sarri: da comandante a commendatore, da Che Guevara a Cavour
Juventus' Italian coach Maurizio Sarri looks on during the Italian Serie A football match SS Lazio vs Juventus FC. (Hermann)

“L’unica maniera per restare nel tempo è produrre
bellezza. Non è forse questo che si sono posti, come
obiettivo, i pittori? I musicisti? Gli scultori? L’arte è
manifestazione soggettiva di un’idea e quell’idea, se
unisce tanti, diventa ideale che produce collettività,
filosofia, stati d’animo.”

Era l’incipit del mio romanzo, la Musica di Sarri ed è evidente che lui sia dentro di noi come una tela difficile da riproporre. Tuttavia l’inganno resta ed esula dalla cristallina gioia che ci ha permessi di sognare in tre anni del suo pontificato. Ebbene sì, come Lenny Belardo resiste alla nomina di nuovi Vescovi di Roma, così Sarri tende ad esserci comunque nei confronti con i nuovi corsi del calcio Napoli.

L’inganno resta, la contraddizione di un uomo solo al comando di rivoluzionari che si siede a tavola nel palazzo buono deludendo chi lo scelse come Spartaco di Capua. Domani non sarà una partita, sarà la rassegnazione ad un’immagine di lealtà che si sbriciola. Sarà quella prima volta in cui vediamo in pubblico l’ex insieme all’altro e finché li sapevamo lontani non ci tangeva, non ci struggeva.

Domani faremo i conti con la realtà, con il ricordo, con la scellerata idea di essere sempre i soli a dover custodire i sogni. Sarri ha scelto la Juventus per fame, per ambizione, per coronamento massimo di una carriera nata in provincia, così come a Napoli scuoteva i pugni per sconfiggere quel palazzo che a lui appariva come nemico della sua utopia.

Da comandante a commendatore, da Che Guevara a Cavour, sono tutte declinazioni di una parabola che appartiene agli uomini che ottimizzano con le proprie scelte il futuro, in barba ai sentimenti del popolo. La bellezza resterà, l’inganno non la stropiccerà, ma gli occhi guarderanno solo il ricordo, così come si fa con le delusioni forti.

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