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Mihajlovic: “Sto battendo la leucemia, sono tornato ad allenarmi. Ma non sono un eroe”

Il tecnico del Bologna racconta la malattia a Verissimo e ringrazia Ibrahimovic: “E’ come un fratello, al Bologna si sarebbe divertito di più”

Mihajlovic: “Sto battendo la leucemia, sono tornato ad allenarmi. Ma non sono un eroe”

Al giorno 78 dei primi 100 (“che sono i più critici”) Sinisa Mihajlovic torna a parlare della lotta alla leucemia. Lo fa a Verissimo, in un’intervista che andrà in onda domani.

“Per adesso sto vincendo, anche se devo fare attenzione – dice – Sta andando tutto bene, non sto più prendendo il cortisone e questo è importante. I primi 100 giorni sono i più critici. Poi dopo è tutto in discesa, bisogna avere pazienza ancora per una ventina di giorni ma superarli sarebbe già un bel traguardo. Sono molto contento, non ci sono state complicazioni gravi e va benissimo così. Adesso ho ripreso anche ad allenarmi un pochino per tornare in forze, perché dopo 4 mesi senza fare niente e prendendo 17 pastiglie al giorno mi sono un po’ gonfiato”.

Mihajlovic racconta il calvario delle cure:

“Ho fatto tredici chemioterapie in cinque giorni, ma già dopo il terzo avevano annientato tutto. Il primo ciclo è stato il più pesante, mi sono venuti anche degli attacchi di panico che non avevo mai avuto perché ero chiuso in una stanza con l’aria filtrata: non potevo uscire e stavo impazzendo. Volevo spaccare la finestra con una sedia, poi mia moglie e alcuni infermieri mi hanno fermato, mi hanno fatto una puntura e mi sono calmato. Stavo male ma dovevo dare forza alla mia famiglia perché se mi avessero visto abbattuto sarebbe stato peggio. Cercavo di essere sempre positivo e sorridente, facevo finta di niente per non farli preoccupare. Questa è stata una delle cose più difficili perché non sempre ero al massimo della forma”.

Il messaggio è quello dell’anti-eroe:

“Non penso di essere un eroe, sono un uomo normale con pregi e difetti. Ho solo affrontato questa cosa per come sono io, ma ognuno la deve affrontare come vuole e può. Nessuno deve vergognarsi di essere malato o di piangere. L’importante è non avere rimpianti e non perdere mai la voglia di vivere e di combattere. E’ stato il Natale più bello della mia vita, con tutta la mia famiglia vicino. C’era anche mia mamma, che si è arrabbiata quando ho pianto durante la seconda conferenza stampa, però poi a casa mi ha preparato dei piatti serbi che sono molto saporiti e non li ho sentiti amari come quasi tutto il resto dei cibi. Grazie a lei ho recuperato un po’ di chili”.

Tra i tanti che ringrazia per essergli stato vicino Mihajlovic parla di Zlatan Ibrahimovic

“Ibra è come un fratello, da giocatori ci siamo anche scontrati, poi dopo siamo diventati amici. Mi è dispiaciuto che non sia venuto qui ma capisco la scelta del Milan, anche se da noi si sarebbe divertito di più”.

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