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Il Napoli rovinato dall’ideologia, perde una partita che avrebbe meritato di vincere

Gattuso vuole che il portiere giochi con i piedi e Ospina pasticcia e Immobile segna a sette minuti dalla fine. Secondo tempo dominato dal Napoli che gioca un’ottima partita

Il Napoli rovinato dall’ideologia, perde una partita che avrebbe meritato di vincere

Finisce  con “I giardini di marzo” di Lucio Battisti e il popolo della Lazio che festeggia una vittoria insperata. Acciuffata a sette minuti dalla fine, dopo aver sofferto e temuto di perdere contro il Napoli che sembrava la squadra terza in classifica. E invece la Lazio vince la decima partita di fila.

Succede l’impensabile. Il Napoli riesce a perdere una partita che stava dominando. E la perde proprio per la filosofia di gioco cara a Gattuso. Vuole il portiere che giochi con i piedi. E il povero Ospina è protagonista della rete di Immobile, proprio mentre gli azzurri sembrano sul punto di andare in vantaggio dopo aver colpito un palo e costretto Berisha a un ottimo intervento su rasoterra di Insigne che pare destinata in rete.

Che cosa succede? Che su un innocuo retropassaggio di Hysaj, Ospina si attarda più del lecito per il rinvio. Immobile lo  aggredito, gli ruba la palla e tira nella porta vuota. Di Lorenzo, nel disperato tentativo di rimediare, conclude il pasticcio.

Il Napoli non meritava di perdere. Questo è poco ma sicuro. Anzi. Avrebbe meritato di vincere. Ma è tornata una squadra ideologica. E l’ideologia, si sa, spesso porta a esasperazioni che ti fanno perdere il contatto con la realtà.

Il giudizio resta positivo, possiamo anche dire ampiamente positivo. Il Napoli ha giocato un signor secondo tempo, dopo i primi 45 minuti giocati in maniera giudiziosa. Non catenacciara, c’è stato nei primi 45 minuti il 56% possesso palla (a fine partita il 64%), ma comunque gli azzurri sono stati attenti a non favorire le loro ripartenze. Giustamente.

Nella ripresa si è rivista una squadra capace di fraseggiare, a un certo punto persino sicura. Fabian ha preso coraggio, si è rivisto Insigne. Inzaghi ha dovuto togliere Caicedo e inserire Cataldi. Ha avuto paura di perdere. Proprio nel giorno della grande festa, della celebrazione dei 120 anni della società. Anche se l’aquila Olimpia sbaglia rotta e atterra in Curva Sud. Sembra un segnale.

Ospina non deve compiere nemmeno un intervento. Poi, nella ripresa, si gioca una porta sola. Fino all’episodio che decide il match.

Resta una stagione balorda. Del resto avremmo dovuto capire tutto dall’autorete di Koulibaly a Torino. Per Gattuso sono tre sconfitte in quattro partite. Una sola vittoria, in casa del Sassuolo, con autorete all’ultimo minuto. I sogni di gloria di Champions sembrano belli che finiti. Ma i segnali positivi di oggi non vanno sottovalutati, anche se adesso il Napoli è stato sorpassato anche dal Milan di Ibrahimovic. Speriamo che qualcosa si inverta anche nelle stelle e che Gattuso sposi un po’ del pragmatismo che lo contraddistingueva da calciatore.

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