Il Gender pay gap: se sei donna e lavori, in Italia guadagni la metà di un uomo
Sul Fatto la disparità di retribuzione tra uomini e donne in Italia. Il mondo del lavoro, nel nostro Paese, ha ben poco di rosa e le disparità sono maggiori tra i professionisti

Sul Fatto Quotidiano il “Gender pay gap”, ovvero la disparità di retribuzione tra uomini e donne in Italia. Dai dati pubblicati dal quotidiano di Travaglio, emerge che il mondo del lavoro, nel nostro Pese, ha ben poco di rosa e che la situazione, già drammatica per le lavoratrici dipendenti, peggiora quando si parla delle professioniste.
La forbice tra lavoro maschile e femminile
Partiamo dai numeri. Il tasso di occupazione femminile, in Italia, è del 49,55, molto poco rispetto al 63% che è la media europea. Per disparità di salario tra uomini e donne, il nostro Paese si piazza al 126° posto nel mondo.
Tra occupazione maschile e occupazione femminile c’è una forbice del 20% che, secondo Eurostat, si allarga nella fascia di età 20-49 anni, quando, cioè, emerge prepotentemente la gestione dei figli piccoli.
“i padri occupati sono l’83% contro il 55,5% delle donne, un record (negativo) in Europa.
La pubblica amministrazione e il settore privato
La differenza tra i sessi riguarda anche la qualità dell’occupazione. Nella pubblica amministrazione sono impiegate poche donne rispetto agli uomini, in particolare nelle posizioni più elevate.
Il Bilancio di genere per il 2018 della Ragioneria generale dello Stato recita:
“Il fatto che pur avendo titoli di studio mediamente più elevati, le dipendenti sono orientate a ricoprire posizioni che richiedono minori qualifiche e responsabilità potrebbe, almeno in parte, dipendere da un difficile raccordo tra i tempi di vita e lavoro”.
Nel settore privato, del resto, il gap peggiora.
Il mondo dei professionisti
Ma la disparità di genere emerge soprattutto nel mondo dei liberi professionisti. Il Fatto, in questo caso, analizza le singole categorie.
Per quanto riguarda i commercialisti, ad esempio, nelle loro fila si contano tra gli iscritti alla Cassa, 46.263 uomini contro 22.289 donne.
“Nel 2018, il reddito medio delle commercialiste è stato di circa 40.800 euro contro i 75.700 dei colleghi uomini”.
Nel caso della professione forense, il numero di donne è aumentato dal 21% del 1995 al 48% del 2018, ma gli avvocati uomini continuano a guadagnare molto di più delle donne: nel 2017, 52.777 euro contro 23.500.
Per quanto riguarda architetti e ingegneri, anche se è in corso un crescente processo di femminilizzazione, scrive il Fatto, in particolare negli ultimi anni, il divario di reddito tra uomini e donne è allarmante.
“22mila euro il reddito per il professionista maschio, 14mila per le architette. Ancora peggio tra gli ingegneri: se un professionista maschio nel 2016 dichiarava circa 33 mila euro, il reddito di una collega donna era di appena 18.313 euro. E la chiamano parità”.