Cucci: Ibra ha accettato il Milan perché può fare il giocatore, il maestro e l’allenatore
Al Napoli ha detto no visto chi c'era in panchina, Ancelotti o Gattuso. Nel Milan fa quello che faceva ai tempi Maradona

Sul Corriere dello Sport, Italo Cucci scrive di Ibrahimovic. Alla scelta fatta in merito al suo ritorno in Italia. Ha scartato il Bologna perché non poteva rischiare la B, scrive. Non è andato al Napoli perché lo spessore degli allenatori era notevole.
“Qualcuno lo voleva anche al Napoli? Al San Carlo. Sarri ha lasciato al San Paolo una teatralità d’alto livello che lo ha portato prima a Londra eppoi a Torino, dove in realtà non gli hanno chiesto spettacolo, ma concretezza. Ibra, come Diego, doveva conquistare sul campo l’accesso al più antico e prezioso teatro d’Europa. Vista la regia (Ancelotti o Gattuso, neorealismo) ha detto no”.
Ibra ha accettato il Milan perché può esercitarvi un triplice ruolo, quello di calciatore, ma anche quelli di maestro e allenatore.
“Perché in questo Milan fa il giocatore, il maestro e – non s’offenda Pioli – l’allenatore, dosando le sue energie con intelligenza per dominare i tre campi. Come avete visto ieri sera quando ha deciso di matare il Toro. Non s’offenda Pioli, ripeto: è una vita che raccomando ai mister anche più noti, quotati e potenti di avere un allenatore/guida in campo, un campione altamente professionale, autorevole, anche autoritario, generoso e amato dai compagni come era ad esempio Maradona che contribuiva ai successi e ai guadagni del gruppo”.
E Cucci conclude:
“La Juve aveva Barzagli e ha bisogno di recuperare Chiellini, perché Ronaldo fa l’allenatore tout court. L’Inter ha Conte e non può promuovere Handanovic perché – come si è visto – ha una testa tutta sua. La Roma i virtuosi da campo li cede, il Napoli non ha più sostituito Hamsik, e gli manca”.