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Crosetti: Conte e Gasperini, due tecnici feroci che oggi hanno come avversaria proprio la squadra che non li ha capiti

Su Repubblica ricorda che Conte ha allenato l’Atalanta nel 2009 e Gasperini l’Inter nel 2011. E che sono state le loro peggiori esperienze in assoluto

Crosetti: Conte e Gasperini, due tecnici feroci che oggi hanno come avversaria proprio la squadra che non li ha capiti
(foto Hermann)

Su Repubblica, Maurizio Crosetti scrive di Inter-Atalanta, in programma stasera a San Siro. E’ la sfida tra la migliore difesa della Serie A contro il migliore attacco. Ma anche tra due tecnici feroci che si ritrovano, nel loro momento migliore, da avversari, proprio la squadra che non è riuscita a capirli.

“Sono identici” tra loro, scrive Crosetti, lo potrebbe confermare qualsiasi loro giocatore o ex giocatore

“capirete le ossessioni, il tutto che quei due pretendono e danno, la famelicità, la tirannide nella preparazione atletica, gli allenamenti forsennati. Si può chiamare carisma, ma è riduttivo. Conte e Gasperini, di fronte stasera in Inter-Atalanta, sono semmai due Savonarola, e chi li segue può farlo solo per la fede nelle opere degli uomini, più che nella grazia del Signore”.

Entrambi sono passati per la Juve.

“Conte ne fu bandiera e capitano per 13 anni, Gasperini ci giocò nove partite solamente, in Coppa Italia, lui che in bianconero era arrivato bambino. E se Gasperini ha allenato le formazioni giovanili della Juve per un decennio, Conte ha riportato a casa lo scudetto dopo quell’Odissea anche di identità. Pochi sono più anti-interisti di Gasperini, ma ben pochi sono più juventini di Conte”.

Non solo, Conte è stato allenatore dell’Atalanta nel 2009 e Gasperini dell’Inter nel 2011.

“le loro peggiori esperienze in assoluto. Antonio si dimise a gennaio dopo mezzo campionato (senza buonuscita), Gian Piero venne cacciato dopo tre sconfitte in quattro gare, cadendo, lui piemontese di Grugliasco, a Novara. Gasperini all’Inter non vinse neppure una volta, Conte all’Atalanta conquistò appena 13 punti in altrettante giornate. Chissà cosa penseranno stasera, guardando nei colori della squadra avversaria l’unico pezzo sbagliato della loro vita sportiva”.

Conte e Gasperini si stimano, scrive Crosetti, perché in parte si riconoscono,

“dimostrando che il magistero tecnico italiano è in continuo movimento e non schiera perforza in battaglia la tradizione contro l’innovazione, il contropiede contro il possesso palla, il respiro del gioco orizzontale contro gli improvvisi tagli della verticalità. Perché il calcio è massa fluida, meno sei rigido e più avrai vantaggio: Conte e Gasperini ci riescono senza rinunciare al loro stile inconfondibile, che sta tra il lavaggio del cervello dei calciatori e la dedizione ai corpi, mai prima della valorizzazione del talento, del colpo individuale, della classe. E per una volta si può dire che i fuoriclasse sono loro”.

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