Libero: sul mercato di gennaio i club non rischiano, comprano solo se prima vendono

Lo dicono i numeri delle ultime sessioni. I principali movimenti sono interni e a impatto zero, cioè prestiti e scambi. Il vero colpo, a gennaio, lo fa chi vende

calciomercato lucci

Su Libero Claudio Savelli scrive del mercato di gennaio. Nella sessione invernale, sostiene, i club comprano solo se riescono prima a cedere. Il vero affare lo fa chi riesce a vendere. A riprova della tesi Savelli porta dei dati.

“Negli ultimi dieci anni, il saldo del mercato di gennaio in serie A è vicino allo zero. Per la precisione, considerando le sessioni invernali dal 2010/11 a oggi, la differenza tra spese e entrate è pari a -25 milioni (dati Transfermarkt). Vuol dire che in Italia si lavora con misura e i seguono le occasioni più che i grandi obiettivi, anche perché questi ultimi difficilmente si muovono a metà stagione e in A poche società hanno la forza economica per strapparli alle dirimpettaie estere. I principali movimenti, infatti, sono interni e a impatto zero, ovvero prestiti e scambi”.

La tendenza italiana è differente da quella europea.

“La Premier conta -603 milioni ed è seconda solo alla lega cinese, che ha messo a soqquadro il mercato invernale prima delle restrizioni del governo. La Ligue 1, la Bundesliga e la Liga vanno dai -190 milioni ai -81: rischiano qualcosa perché in estate conservano un margine economico e, forse, alle volte si lasciano guidare dall’istinto”.

In Serie A le cose vanno diversamente, non si rischia e infatti, nelle ultime quattro sessioni non ci sono operazioni notevoli.

Il fiore all’occhiello del mercato invernale dello scorso anno fu Piatek al Milan, per rimediare alla partenza di Higuain. Ma oggi Piatek è un problema, tanto che arriva Ibrahimovic, tipico rinforzo da mercato italiano di gennaio:

“cartellino a costo zero, giocatore di esperienza utile anche a risollevare l’entusiasmo del pubblico”.

Idem per Paquetà, pagato 38 milioni e a distanza di un anno già prossimo alla cessione.

“I numeri e la storia dimostrano ciò che i ds ripetono fino alla noia: a gennaio è difficile fare affari, soprattutto nel decennio dei cordoni stretti. Al calare dei soldi, diminuisce anche il margine di errore, dunque meglio non farsi ingolosire dalle occasioni, che in realtà sono scarti altrui. Meglio lavorare in prospettiva, programmare gli affari per l’estate, come sta facendo l’Inter con Kulusevski”.

Guardando all’indietro, i migliori colpi sul mercato di gennaio sono stati effettuati grazie alle partenze.

“Queste ultime sono infatti i veri affari di gennaio: se piazzi un esubero, puoi muoverti. Il problema è che poi rimangono gli scarti, per cui non ci si svena. Però si spera che tornino utili. In altre parole, si accettano miracoli ma si fa poco per ingraziarsi la fortuna”.

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