Garanzini: Ancelotti non ha fatto una gran figura nella sceneggiata del ritiro napoletano
Su La Stampa scrive che ben peggio di lui si sono comportati il presidente e la squadra, ma addebita al tecnico anche la "gestione schizofrenica di scelte e formazioni" che ha dato origine ai malumori

“Il 2019 calcistico è stato – anche e forse soprattutto – l’anno degli allenatori”.
Lo scrive Gigi Garanzini su La Stampa, passando in rassegna, in ordine alfabetico, le avventure e le disavventure dei principali allenatori della Serie A. Tra questi, Ancelotti e Sarri.
Di Ancelotti scrive che dopo l’addio alla panchina del Napoli non ci ha messo molto a trovare un’altra squadra da allenare
“Per la gran rabbia accumulata, per la voglia di rivincita, per altri 50 milioni di motivi sotto forma di sterline. Detto che ben peggio di lui, nella sceneggiata finale del ritiro-non ritiro, si sono comportati prima il presidente e poi la squadra, nemmeno Carletto ci ha fatto una gran figura. Senza dimenticare quella gestione schizofrenica di scelte e formazioni che aveva dato origine ai malumori, in squadra e in società. Una disavventura che non macchia una carriera come la sua: ma una levata di sopracciglio l’autorizza”.
Per Maurizio Sarri, invece, Garanzini chiama in causa la legge del contrappasso.
“Forse è la legge del contrappasso, quella che se era dura anche per Ancelotti venir dopo Sarri, altrettanto lo è per Sarri venir dopo Allegri. L’occhio sino a qui non ha avuto la sua parte, è vero. La difesa non è più quella, è verissimo. Ma la classifica non piange, e se sorride di meno è colpa di Inter e Lazio. Mentre in Coppa sino a qui la Juve è andata a spasso, che sarebbe poi in prospettiva quel che più conta”.