Brunini: Napoli resiliente. Se prevarranno le energie positive sulle tentazioni di vittimismo si avranno miglioramenti concreti
Su Repubblica Napoli la lettera dell'ex ad di Gesac. Napoli e Milano sono città vive. Devono fare il loro viaggio senza imitarsi ma osservandosi con la coda dell’occhio per indurre qualche contaminazione positiva

Repubblica Napoli pubblica oggi una lettera di Armando Brunini. L’ex amministratore delegato di Gesac, società di gestione dell’aeroporto di Capodichino, è adesso ad della Sea. A Milano gestisce gli aeroporti di Linate e Malpensa. Brunini racconta Napoli – città dove è nato e ha trascorso metà della sua vita – e Milano, dove vive adesso e ha vissuto anche in passato. Racconta come cambiano e dove possono andare, senza confrontare due realtà così diverse.
Di Milano scrive che sta vivendo una “golden age”.
“è diventata chiaramente più bella e si avverte una pervasiva aria di fiducia”.
Fiducia e positività si respirano nell’aria, scrive.
“A Milano respiri positività quando parli con un imprenditore, interagisci con un pubblico amministratore o conversi con un comune cittadino e questo in totale controtendenza con l’atmosfera nazionale”.
Milano sa che per svolgere il suo ruolo di leadership deve sposare l’inclusione
“se vuole continuare il suo percorso lo deve fare in maniera inclusiva, dando l’esempio e assumendosi la responsabilità di trainare altre parti del Paese perché da soli si può arrivare solo fino ad un certo punto”.
Ma anche Napoli è una città viva, continua.
“niente affatto depressa e, pur se è lontanissima dalla risoluzione dei suoi problemi strutturali, ritengo sia più dinamica di dieci anni fa. Mi sentirei di individuare nella resilienza il suo attributo più evidente. C’è da augurarsi che prevalgano le sue energie positive sulle tentazioni di vittimismo per tracciare una evoluzione civica e amministrativa che porti a miglioramenti concreti nella vita di tutti i giorni pur nella consapevolezza che permarranno, ed è forse inevitabile e giusto così, le sue contraddizioni”.
Brunini indica il prototipo di napoletano che vede ideale in un tassista a cui ricorre ogni volta che torna in città, Genny.
“Genny investe perché ha un’auto nuova, dotata di aria condizionata, wi-fi e pos per i pagamenti con carta di credito. Si presenta bene, è puntuale, ha fatto un breve corso sulla storia ed i principali luoghi culturali della città, conosce l’inglese quanto basta per comunicare con i clienti stranieri, sa bene che la sua categoria rappresenta spesso uno dei primi momenti di contatto con i turisti e ci tiene sul serio a fare la sua parte nel rappresentare la città. È estroverso senza diventare invadente ed infine è un tifoso sfegatato del Napoli!”
E’ il modello ideale di napoletano a cui pensa:
“autentico e con un emergente senso civico”.
Milano e Napoli sono città troppo diverse, conclude, devono fare il loro percorso ciascuna per conto suo, ma senza trascurare la contaminazione.
“Sono, però ambedue rappresentative e fondamentali per il futuro dell’Italia. Devono fare il loro viaggio diverso nella storia contemporanea del nostro Paese senza imitarsi ma osservandosi qualche volta con la coda dell’occhio per indurre qualche contaminazione positiva (già in atto probabilmente)”.