A ogni sconfitta emergono le differenze culturali tra Sarri e l’ambiente Juventus

Repubblica: Il portoghese furioso, non perdeva una finale secca dal 2013. “Sarri si è snaturato assai per calarsi in un pianeta in cui rischiava di sentirsi alieno”

Cristiano Ronaldo non sopportava Sarri

“Processo a Sarri, anche Ronaldo testimone d’accusa”. Titola così Repubblica che mette in evidenza il malessere del portoghese la Supercoppa perduta contro la Lazio, scrive “dello sguardo truce, con qualche sfumatura di disprezzo, di Ronaldo durante la premiazione della Supercoppa” e “dell’ondata di risentimento che è subito montata contro Sarri, individuato al volo come capro espiatorio nella situazione di marasma in cui il mondo bianconero piomba non appena un trofeo prende un’altra strada?”.

Di Ronaldo scrive

Al rientro negli spogliatoi dopo il trofeo sfumato Ronaldo era furibondo: non perdeva una finale secca dal febbraio 2013  (derby con l’Atletico in Copa del Rey) e a Riad ha dovuto interrompere una serie aperta di nove successi consecutivi.

E poi c’è Sarri l’accusato numero uno.

Sarri è finito nel mirino della critica tifosa per le ragioni più disparate, che vanno dalla rigidità tattica (però a Riad ha cambiato per tre volte il modulo) ai suoi tic gestuali, dalla lettura delle partite al look: è come se tra l’ambiente juventino e l’allenatore toscano – che ha tutt’altra estrazione culturale – ci fossero delle incompatibilità sopite che emergono in maniera scomposta. Ogni volta che qualcosa va storto. Sarri si è snaturato assai per calarsi in un pianeta in cui rischiava di sentirsi alieno, ha corretto concezioni tattiche e modo di porsi, metodi di gestione del gruppo (il ricorso sistematico al turnover ne è l’esempio più lampante) e uso del linguaggio in pubblico

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