Alcune società promettono di agevolare le famiglie, ma praticano tariffe sempre più alte. Per Brescia-Atalanta, ad esempio, una gradinata bassa costa 47 euro senza riduzioni

Su Tuttosport la rivolta dei tifosi contro il caro biglietti. Una protesta iniziata dal mondo degli ultras ma che si è allargata a macchia d’olio. Troppo alti i biglietti da pagare per andare allo stadio, per di più in impianti spesso fatiscenti.
Le Curve hanno deciso di protestare con striscioni contro il calcio business di Serie A e Serie B, asservito al mondo dei diritti tv. E ci saranno anche cori, in attesa che cambi qualcosa.
Gli stadi italiani sono spesso vecchi e malridotti, scrive il quotidiano sportivo. Una grande differenza rispetto all’Inghilterra o alla Germania, dove gli stadi sono delle vere e proprie cittadelle sportive per famiglie, con negozi, supermercati, cinema e altre forme di intrattenimento. Con bagni funzionali e condizioni igieniche più che sufficienti.
Quello che serve al nostro Paese è proprio una ristrutturazione degli stadi, da Nord a Sud. Perché a questi prezzi non è normale offrire al tifoso un ambiente così indecoroso.
E Tuttosport fa qualche esempio di prezzi. A Brescia, dove protestano gli Ultras Brescia 1911 Ex-Curva Sud, per acquistare un biglietto di gradinata bassa per la partita del 30 novembre contro l’Atalanta, sono necessari 47 euro e non sono previste riduzioni per le categorie protette.
“Facendo due conti, una famiglia media composta da due genitori e due figli dovrebbe pagare 188 euro: un salasso”.
Contro Torino e Fiorentina, il prezzo era 37 euro ed erano previste riduzioni a 20 euro per ragazzi e over 65.
Una protesta, quella organizzata dagli ultras, che quindi è condivisibile e tocca tutti coloro che vogliono andare allo stadio, in qualsiasi settore.
“La sensazione è che si voglia trasformare i tifosi da stadio in tifosi davanti alla tv, magari con abbonamento a qualche pay tv: il caro prezzi è strategico a questo obiettivo. In altre realtà sportive europee, si ascoltano i tifosi e si cerca di andare incontro alle loro esigenze. In Liga e Bundesliga, per esempio, si è deciso, dal prossimo anno, di abolire il posticipo del lunedì perché troppo scomodo per i sostenitori. Insomma, gli ultrà di tutta Italia e di qualsiasi categoria, e per estensione tutti i tifosi, chiedono un abbattimento dei prezzi di accesso alle curve e una politica sportiva più vicina alle necessità degli spettatori. Un sussulto di dignità da parte di chi è alla guida di questo calcio che sopravvive soltanto grazie alla passione di chi allo stadio va solo per tifare”.