Sconcerti: in Serie A ci sono 11 squadre che non contano

Stanno facendo molti più punti ma a Juve e Inter ne hanno tolti solo 3 su 78 in gioco. Poche volte le squadre di altre fasce incidono sullo scudetto e non è un buon segno  

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Sul Corriere della Sera, Mario Sconcerti parla di più campionati in uno, in Serie A. Le squadre della seconda parte della classifica stanno facendo un campionato a parte, che però non incide su quello delle squadre in vetta.

Dalla Fiorentina al Brescia hanno tutte una differenza reti negativa ma stanno facendo molti più punti. 24, al momento, con 2 partite ancora da giocare. Quattro anni fa, dopo 13 giornate, le ultime tre avevano, assieme, 23 punti, tre anni fa 18, due anni fa 15.

Questo dato si spiega, dice, con il maggior equilibrio. Non ci sono squadre al debutto, come negli ultimi anni.

“Queste undici squadre stanno facendo un campionato tutto loro, tolgono niente alle prime: solo due punti alla Juve e 1 all’Inter. Cioè tre su 78 punti in gioco. Cosa dimostra questo? Che ci sono più campionati in uno e che poche volte le squadre di altre fasce incidono sullo scudetto. Non è un buon segno. Dimostra che la divisione tra i due punti di vista è molto forte. Il fattore tecnico altrettanto”.

E’ la comunicazione del calcio che fa sembrare incerta una partita tra squadre dei diversi lati della classifica, scrive,

“ma nella realtà quell’incertezza è meno di un dato statistico, rientra nelle varie ed eventuali, un rigore, un errore arbitrale, una situazione eccezionale”.

Atalanta-Juve lo dimostra:

“tre gol in dieci minuti, un rigore sbagliato, 75 minuti di superiorità dell’Atalanta. Ma vittoria trionfale della Juventus. Perché il destino si accanisce, guai a non essere nati tra i migliori”.

C’è stato solo un caso di scudetto vinto con una rimonta di 8 punti dopo la tredicesima giornata. E’ accaduto quattro anni fa, con la Juve della falsa partenza. A questo punto del campionato aveva 9 punti di distacco dall’Inter, alla fine vinse.

“Erano sempre Inter e Juventus, soltanto mescolate in modo diverso. Ricorderei che la storia non si ripete mai, ma è forte il dubbio che sia una sciocchezza. Non è la storia che conta, sono gli uomini, i giocatori. E quelli fanno sempre rima con se stessi. Per cui fate attenzione anche alla Roma, anche alla Lazio”.

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