Su Libero scrive che il fatto che nessuno parli è un autogol perché così vale tutto e tutto finisce fuori controllo

Su Libero Claudio Savelli scrive di Inter e Napoli e del differente modo che hanno trovato per uscire e non uscire dalla crisi in cui sono piombate dopo il martedì di Champions della scorsa settimana.
Conte, con le sue dichiarazioni contro la società, cercava di far compiere alla squadra un salto di qualità mentale. Ci è riuscito.
“La squadra non è venuta meno alle sue responsabilità. Anzi, ha sfoderato una delle migliori prestazioni stagionali per continuità, insistenza e equilibrio psicologico”.
C’erano tutte le premesse per una crisi di nervi e invece non si è avuta nemmeno per un attimo l’impressione che potesse perdere.
Dalla partita contro il Verona l’Inter poteva uscire più debole o più forte. Ne esce migliorata. La vittoria era già nelle parole di Marotta nel prepartita “perfette perché necessarie”.
“Marotta con poche e precise parole ha allineato tutti in dirigenza, ha tolto i dubbi ai tifosi e ha responsabilizzato la squadra”.
La squadra ha capito che attorno a lei c’è attenzione e che Conte può restare in vetta. Così, non ha sentito la fatica, è stata brillante, nonostante la rosa corta e le sette partite in venti giorni.
“Sembra essersi attivato quel rapporto di reciproco guadagno tra dirigenza, allenatore e squadra che fa grandi le società”.
Il contrario di quanto è successo a Napoli, dove la difficoltà seguita all’ammutinamento non ha unito, ma ha diviso.
“Perché la protesta non ha voce, non ha un volto. C’è una
squadra che si ribella alla proprietà, una dirigenza silenziosa, un pubblico che non sa da che parte stare e quindi contesta qualunque cosa, e un allenatore in mezzo a cui è stata tolta la possibilità di esprimersi. Nessuno parla, è un autogol perché così vale tutto, e tutto finisce fuori controllo”.
L’unico ad esprimersi è stato il presidente, “cioè l’ultimo che dovrebbe prendere parola”, tra l’altro con un comunicato dal “sapore meccanico e impersonale”.
Il Napoli, così, è diventato vittima di un cortocircuito.
“Il paradosso è che la squadra sembra più unita di prima, ma è sfaldata in campo”.
Vuole forse dimostrare che la società ha torto,
“dunque gioca contro qualcuno e in qualche modo anche contro se stessa”.
La differenza tra Napoli e Inter è che
“la pura rabbia non funziona senza controllo”.
Così, anche se sembra che il Napoli voglia spaccare il mondo, tira una sola volta nello specchio della porta del Genoa. In questo modo
“legittima i fischi del pubblico e rimane così nella sua classifica incolore. Il rischio di di trasformare la stagione dell’avvento in quella del declino è concreto”.