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Quando c’è tempesta, Ancelotti puntella la fase difensiva. Il 4-3-3 fu abbandonato dopo un 3-0

Il Napoli subisce troppi gol. Bisogna recuperare più palloni, non cambiare modulo. E servono calciatori mentalmente liberi

Quando c’è tempesta, Ancelotti puntella la fase difensiva. Il 4-3-3 fu abbandonato dopo un 3-0

Prepariamoci. Sono già cominciate le due settimane senza calcio che ci condurranno a Milan-Napoli. Due settimane senza partite del Napoli. Quindi due settimane in cui leggeremo e ascolteremo di tutto. È accaduto quando le cose andavano più o meno bene, figuriamoci adesso che le condizioni atmosferiche sono decisamente lontane dal sereno.

Per orientarci e per orientarsi, consigliamo un tuffo nel passato di Carlo Ancelotti. Ieri vi abbiamo proposto una rapida rilettura della stagione 2006-2007. Allora allenava il Milan e con i rossoneri visse un periodo simile. Due sole vittorie in tredici partite di campionato, un filotto di tre sconfitte consecutive, pieno coinvolgimento nella lotta per non retrocedere (anche perché i rossoneri partivano da meno tredici).

Non possiamo ovviamente chiedere a tutti i tifosi del Napoli di leggere i libri di Ancelotti. Eppure vi assicuriamo che nei suoi testi c’è scritto il suo pensiero su molti aspetti della vita di una squadra di calcio: dai ritiri – sì, i ritiri – ai momenti di difficoltà, dalla gestione dello spogliatoio all’individuazione dei leader.

All’indomani della terza sconfitta consecutiva, Ancelotti disse:

Dobbiamo coprirci di più, in questo momento abbiamo bisogno di ottenere maggior compattezza. Forse è vero che il nostro gioco lo conoscono tutti ma io penso che ci possa dare ancora dei frutti, magari adottando qualche accorgimento. La situazione è molto delicata, è un periodo negativo soprattutto considerando i risultati. Non so se stiamo dando tanto o poco, di certo quello che stiamo dando non basta. Tre sconfitte consecutive in casa, più quella di Bergamo, non vanno bene: dobbiamo cambiare le cose. Dobbiamo diventare più prudenti, non subire e nonostante nel nostro Dna non ci sia l’attitudine al contropiede, dovremo snaturarci.

Troppi gol subiti

Il momento del Milan era molto simile a quello attuale del Napoli. Al di là della tempesta relativa al ritiro, c’è da dire che il Napoli ha ripreso a prendere gol con regolarità. Il 23 ottobre, la sera della vittoria di Salisburgo, con l’illusorio abbraccio tra la squadra e il tecnico, il Napoli ha comunque subito due gol: e il secondo, il colpo di testa di Haaland, fu il primo gol balordo incassato dal Napoli dopo quello di Castro che diede la vittoria al Cagliari. La sera che, di fatto, ha indirizzato questo inizio stagione degli azzurri. Castrò segno il 25 settembre.

Dopo Salisburgo, il Napoli ha incassato la rete della Spal. Altra rete evitabilissima. Poi i due gol dell’Atalanta: sul primo, innanzitutto un’altra clamorosa incertezza di Koulibaly e poi l’infortunio di Meret (che ha salvato il Napoli almeno una dozzina di volte); sul secondo, una dormita generale, la squadra era in trance dopo il mancato rigore su Llorente. Poi c’è il gol di Zaniolo, con Manolas che lo guarda senza avvicinarsi e i rigori. Due a Roma, uno trasformato, e uno per il Salisburgo, con un’entrata incredibilmente senza controllo di Koulibaly.

Recuperare più palloni

Quando infuria la tempesta, bisogna chiudere porte e finestre. Si è parlato del ritorno al 4-3-3. Vale la pena ricordare che quel  modulo venne abbandonato da Ancelotti alla terza giornata dello scorso campionato, all’indomani della sconfitta per 3-0 in casa della Sampdoria. Da sempre, quando c’è da coprirsi, Ancelotti preferisce il 4-4-2. Sarebbe davvero molto strano ritrovarci con un cambio modulo – per quanto i numerini possano contare: poco, molto poco – in due partite molto delicate come quelle contro Milan e Liverpool. Ancelotti non è un dogmatico, non lo è mai stato. Adesso il Napoli deve acquisire sicurezza, salti nel buio o nel semibuio non sembrano le soluzioni più indicate. Il Napoli ha bisogno di recuperare più palloni e di ripartire. E servono calciatori mentalmente disponibili, con meno pensieri possibili.

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