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Ci voleva Sacchi per dire che troppi giocatori del Napoli non corrono e non si sacrificano?

«Bastano poche male marce per rovinare tutto». Arrigo solleva la coltre di ipocrisia che spesso – non solo a Napoli – avvolge i calciatori

Ci voleva Sacchi per dire che troppi giocatori del Napoli non corrono e non si sacrificano?

L’intervista del Mattino – a firma Pino Taormina – ad Arrigo Sacchi, ricorda la favola del re nudo. Il tecnico di Fusignano ha puntato il dito, senza alcuna forma di ipocrisia, nei confronti dei calciatori. E ha lanciato accuse che rappresentano una novità per l’ambiente Napoli. Ha parlato di mele marce, di troppi giocatori che non corrono, che non si sacrificano, che non danno la vita per la squadra e per i compagni. Ha detto chiaro e tondo che non tutti si impegnano come dovrebbero. Parole piuttosto impegnative. A Napoli, in genere, a essere sotto d’accusa sono il presidente, l’allenatore col suo modulo, i preparatori atletici. I calciatori mai. Sono sempre considerate vittime. Qualcosa è cambiato con l’ammutinamento. Un gesto che non è piaciuto a tanti tifosi. Ma adesso, dopo due settimane, i tifosi vorrebbero un’amnistia, sono preoccupati – comprensibilmente – del clima di guerriglia all’interno della società, e si chiedono dove potrà condurci.

Il punto, però, è culturale. E in parte lo abbiamo affrontato anche ieri. Perché i calciatori sono considerati intoccabili? Eppure sono loro ad andare in campo, è da loro che dipendono i destini della squadra e di conseguenza anche dei tifosi. Vengono difesi – dialetticamente, restiamo nel campo della dialettica – oltre ogni ragionevole limite. Quando una squadra non va, come il Napoli in campionato e in particolare nelle ultime uscite, si tende ad accusare il sistema di gioco, il clima, le parole del presidente. Il calciatore viene completamente calato in una porzione di extraterritorialità. È un eroe e come tale – tranne rare eccezioni, da noi Insigne che paga l’essere napoletano – acquisisce lo status di intoccabile.

Ci voleva un grandissimo allenatore – Arrigo Sacchi – per sgonfiare la bolla e dire quel che tanti in realtà pensano, e cioè che la squadra non dà tutto quel che potrebbe dare. Anche perché la differenza si vede. Quando si gioca “uno per tutti e tutti per uno”, come contro il Liverpool e l’Atalanta, i risultati in campo si vedono. A prescindere dal risultato.

Sono gravi le parole di Sacchi. evidenziano uno scollamento pauroso all’interno del Napoli. Sacchi è convinto che non possa esserci uomo più affidabile di Ancelotti. E aggiunge un concetto a noi particolarmente caro: “quando un calciatore vuole andar via, deve andar via”. Altrimenti il malessere ristagna. «Bastano poche mele marce per rovinare tutto». Un giudizio che è una condanna. Tagliente. Feroce. Definitiva. Non lo aveva mai detto nessuno, eppure la realtà sembra abbastanza chiara a un signore che sì e no guarda il Napoli in televisione.

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