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Sacchi: «Mele marce nello spogliatoio del Napoli»

Intervista al Mattino: «Vedo troppi giocatori che non corrono, che non si sacrificano. Assurdo contestare Ancelotti. Il no al ritiro è la conseguenza del non avere un gruppo coeso»

Sacchi: «Mele marce nello spogliatoio del Napoli»
Arrigo Sacchi

 

«Non so se il Napoli avrà la forza morale per uscire fuori da questo momento, ma so che ha l’uomo giusto per farlo: Carlo Ancelotti. È stato proclamato ottavo miglior allenatore della storia del calcio. Pensate davvero che un altro tecnico possa riuscire dove non riesce Carlo?».

Parte così Arrigo Sacchi nella lunga intervista rilasciata oggi al Mattino, non uno qualsiasi, ma lui che in quella stessa classifica è al terzo posto, alle spalle di Rinus Michel e sir Alex Ferguson.

Sacchi, cosa sta succedendo al Napoli? «Vedo qualche giocatore di troppo che non corre, che non si sacrifica, che non dà la vita per la squadra e per i compagni. Giocatori che hanno perso la passione e l’etica del collettivo. Che stanno sempre a inseguire l’avversario, il che significa che hanno sbagliato qualcosa in partenza.E nel giorno della partita raccolgono i frutti del lavoro della settimana»

In poche battute mette in chiaro la situazione del Napoli che non è semplice, ma preoccupante

 «Perché bastano poche mele marce per rovinare tutto»

E la cosa peggiore è che la squadra non ha saputo fare fronte comune con il suo allenatore e in questo neanche il pubblico a volte, preferendo dare ad Ancelotti le colpe del rendimento della squadra, cosa inconcepibile secondo Sacchi

«Contestare uno come Ancelotti è roba da alieni»

Anche se il calcio resta fondamentalmente un gioco, non si può giocare perché stiamo parlando di professionisti pagati per fare un lavoro che dovrebbero avere il senso del gruppo e dello spogliatoio e invece si avverte in campo, come per l’ammutinamento che questa unione non c’è

«Il no al ritiro è la conseguenza del non avere un gruppo coeso, che non insegue un obiettivo comune»

Se si sta in un posto malvolentieri è chiaro che non si possa dare il massimo ed allora accadono queste cose, ma la soluzione è semplice secondo Sacchi

«Se uno vuole andare via, deve farlo».

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