Chiacchio: le decisioni della società vanno rispettate. Il Napoli si rivolgerà al collegio arbitrale

Repubblica Napoli intervista l’esperto di diritto sportivo: “Mai viste situazioni simili. La multa sarà superiore al 5%. Il Napoli potrà procedere in sede civile”

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Repubblica Napoli intervista l’avvocato Eduardo Chiacchio, uno dei massimi esperti in Campania di diritto sportivo. Il tema è l’ammutinamento dei giocatori del Napoli e le possibilità che il club li sanzioni con delle multe.

Chiacchio ammette di non aver mai visto un fatto analogo prima d’ora.

“In passato ho affrontato problematiche nelle serie minori e non certo in serie A, ma erano diverse rispetto al caso specifico. Un singolo calciatore magari disertava gli allenamenti e ritiri per protestare contro una società inadempiente che non pagava gli stipendi. Non è certo il caso del Napoli che è perfetto sotto questo punto di vista”.

Ora il club avvierà delle azioni legali.

“Ritengo che si procederà alla riduzione dei compensi davanti al collegio arbitrale con la procedura prevista dall’accordo collettivo”.

Il collegio arbitrale

Il collegio arbitrale, spiega Chiacchio, si attiva entro 20 giorni dall’inadempimento.

“Per controversie economiche inferiori a 50mila euro viene composto a Roma, altrimenti la competenza è nella sede della società che richiede tale procedura e quindi in questo caso si tratterà di Napoli. Il club di De Laurentiis nominerà un suo arbitro, i tesserati faranno altrettanto. I due arbitri dovranno poi scegliere il presidente del collegio. Laddove non ci fosse intesa, la nomina toccherebbe al presidente del Tribunale di Napoli”.

Chiacchio parla anche del possibile importo della riduzione di stipendio.

“Una società può applicare autonomamente una multa del 5% dello stipendio lordo mensile e il giocatore può appellarsi, qualora la ritenesse ingiusta”.

In questo caso, però, sarà il Napoli a rivolgersi al collegio arbitrale, quindi potrà chiedere una riduzione superiore. Inoltre, avendo parlato di risarcimento dei danni all’immagine, potrà anche andare avanti nella battaglia.

Il club potrà procedere in sede civile

“dopo aver chiesto al presidente della Figc la deroga alla clausola compromissoria, altrimenti anche questa richiesta potrebbe essere risolta davanti al collegio arbitrale”.

Chiacchio spiega che nell’accordo collettivo tra Figc e Associazione calciatori non si parla esplicitamente di ritiro ma si dice che il calciatore deve svolgere le proprie attività nell’ambito delle decisioni del club.

“Se la società dispone che i calciatori debbano andare in ritiro, naturalmente le spese sono tutte a carico del club. È una disposizione che un calciatore deve necessariamente rispettare. E nel momento in cui ciò non avviene, si profila l’inadempimento. È questa la linea del Napoli che starà studiando la strategia migliore”.

L’avvocato esprime il suo parere sulla faccenda.

“L’allenatore e lo staff tecnico sono andati in ritiro al termine della partita con il Salisburgo, come si evince dai fatti raccontati nelle ultime ore. Questo significa che la comunicazione era arrivata. La disposizione esisteva, altrimenti Ancelotti non sarebbe andato a Castel Volturno, ma a casa sua. Era consapevole della scelta della società”.

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