ilNapolista

Barbano: perché la riunione tra arbitri e club sia fruttuosa occorre innanzitutto chiarire la regola sui falli di mano

Occorre ridefinire il principio in modo universale, indicando come condotta colposa “qualunque postura delle braccia innaturale rispetto all’intenzionalità del gesto atletico”

Barbano: perché la riunione tra arbitri e club sia fruttuosa occorre innanzitutto chiarire la regola sui falli di mano

Alessandro Barbano sul Corriere dello Sport mette in chiaro quali sono i punti su cui è importante che si arrivi a un chiarimento nella riunione in programma oggi tra arbitri e club di Serie A. Il tema sono i falli di mano

Bisogna distinguere tra fallo di mano intenzionale, fallo di mano colposo e fallo di mano accidentale. E dire con chiarezza che i primi due sono punibili con il rigore e il terzo no.

Ci sono troppe interpretazioni della regola discutibili che lasciano aperte diverse letture e che hanno dato adito a scelte diverse da parte dei direttori di gara e quindi alle polemiche.

Soprattutto, sottolinea Barbano, la colposità legata alla diversa posizione delle braccia del calciatore in area rispetto al corpo

Occorre ridefinire il principio in modo universale, indicando come condotta colposa “qualunque postura delle braccia innaturale rispetto all’intenzionalità del gesto atletico”. Se il calciatore stoppa il pallone col petto, è naturale che allarghi le braccia per tenersi in equilibrio. Se per un rimpallo il pallone urta contro il braccio, quel fallo di mano inevitabile non è punibile, perché “accidentale” e non “colposo”, anche se il braccio è ancora aperto. È il caso dei rigori erroneamente fischiati contro Zielinski (in Fiorentina-Napoli) e Cerri (in Cagliari-Brescia).

C’è poi, secondo Barbano, da ridiscutere il rapporto di diffidenza che si è creato tra gli arbitri e la tecnologia

Gli arbitri si tengono a distanza dal Var, non tanto perché non amino la tecnologia, ma perché rifiutano il controllo di un’autorità, esterna al campo di gioco, che valuta il loro operato, depotenzia la loro autonomia e li riduce a subalterni dei colleghi posizionati dietro al monitor.

Va dunque chiarita la divisione dei compiti e fatto in modo che gli arbitri non si sentano minacciati dal Var, ma lo utilizzino come supporto per prendere la decisione più corretta

ilnapolista © riproduzione riservata