Due i filoni al vaglio di Carabinieri e Finanza: la scelta di ospitare il villaggio sulle navi e il trasporto di delegazioni e atleti. A dare il via segnalazioni arrivate al procuratore
La Procura indaga sull’Universiade. Già da un po’, secondo quanto scrive Repubblica Napoli. Anche se sottotraccia. La novità, adesso, è che i pm Henry John Woodcock e Francesco Raffaele, del Pool Reati contro la pubblica amministrazione coordinato dal procuratore capo Giovanni Melillo, hanno chiesto all’Aru gli atti della manifestazione.
Due gli aspetti che intendono approfondire.
La scelta di ospitare il villaggio a bordo delle due navi Msc e Costa, innanzitutto, filone delegato ai carabinieri.
Sul punto, spiega il Mattino, il ragionamento degli inquirenti è questa:
“nel momento in cui si decide – e lo si fa in extremis – di non allestire le casette all’interno della Mostra d’Oltremare, è chiaro che risultano favorite due compagnie di navigazione in particolare. È chiaro che nel momento in cui la scelta finale dell’agenzia regionale per le universiadi esclude hotel e altre strutture, si finisce per dare la torta principale a due soli competitor”
In secondo luogo si indaga sulle modalità con cui è stato gestito il servizio di trasferimento delle persone acceditate. Con taxi, vetture a noleggio con conducente e minivan. Filone, quest’ultimo, delegato alla Guardia di Finanza.
Gli inquirenti vogliono studiare bene le carte per vedere se è possibile ipotizzare abuso di ufficio o turbativa d’asta, ipotesi di reato che non sono ancora configurate in concreto.
Nelle prossime settimane, scrive il Corriere del Mezzogiorno, saranno ascoltate, come informate dei fatti, diverse persone, tra cui anche esponenti delle istituzioni. Poi gli inquirenti decideranno se andare avanti o archiviare.
Le indagini, secondo indiscrezioni raccolte dal CorMez, sono scattate dopo alcune segnalazioni arrivate nelle scorse settimane sul tavolo del procuratore.
Il Mattino, invece, scrive che le indagini non sono scattate in conseguenza di denunce o esposti anonimi, insomma che “non ci sono stati veleni messi in giro ad arte da parte di chi si è sentito escluso”.