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Esonero di Giampaolo, il silenzio del club e poi la telefonata di Maldini

Il tecnico aveva già capito tutto sabato sera, guardando in faccia Boban e Maldini negli spogliatoi. Era rimasto a Gallarate sperando in un confronto con il club che non è mai arrivato

Esonero di Giampaolo, il silenzio del club e poi la telefonata di Maldini

Marco Giampaolo aveva già capito tutto sabato sera a Genova. Nel momento in cui Boban e Maldini, dopo la partita, sono scesi negli spogliatoi, il tecnico rossonero ha compreso, soltanto guardandoli in faccia, che era finita. Che la vittoria contro il Genoa non era bastata a concedergli altro tempo.

E’ la disamina di Carlos Passerini sul Corriere della Sera.

Per questo motivo, non ha approfittato dei tre giorni di riposo e non è tornato a Giulianova. Si è fermato a Gallarate aspettandosi un faccia a faccia, un incontro finale per la resa dei conti. Ma non è avvenuto nemmeno questo. Il Milan non ha ritenuto di dargli alcuna comunicazione ufficiale. Né domenica né lunedì. Ma, scrive Passarini, era

“un silenzio dannatamente rumoroso”.

Soltanto ieri mattina gli è arrivata la telefonata che annunciava l’esonero. Dall’altro capo del filo c’era Paolo Maldini, proprio colui che lo aveva voluto fortemente al Milan questa estate. Lo ringraziava di tutto quanto fatto.

A Giampaolo resta l’amarezza per un esonero che inevitabilmente segnerà la sua carriera e la convinzione che, con un altro po’ di tempo a disposizione, la situazione avrebbe potuto migliorare.

La squadra è sempre stata dalla sua parte. Non ci sono state fronde né traditori, di questo, il tecnico è certo.

“Così come allo stesso tempo è convinto che dentro al mondo Milan non tutti abbiano realmente compreso che i tempi gloriosi sono passati. E che per ritornare ai quei tempi occorre pazienza, idee, pianificazione. Tempo e lavoro”.

Il suo continuo richiamo al fatto che servissero tempo e lavoro non era uno slogan preconfezionato, scrive Passarini, ma la sintesi del suo metodo. Un metodo che non rinnegherà nemmeno dopo questo fallimento.

“Se era lo snodo di una vita, di una carriera, è indiscutibile che Giampaolo abbia imboccato il sentiero sbagliato. Ma, statene certi, non cambierà”.

Il Milan lo pagherà fino al 30 giugno 2022.

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