Brocchi: “Berlusconi ha una scheda di ogni giocatore, ma non mi ha mai dato consigli sulla formazione”

Dopo un anno di Monza Brocchi racconta alla Gazzetta la sua esperienza e il suo rapporto con il presidente Berlusconi

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Cristian Brocchi dopo un anno di Monza si racconta sulla Gazzetta dello Sport e parla soprattutto del suo rapporto con Silvio Berlusconi.

Innanzitutto gli tocca difendersi dalle voci che lo vorrebbero il “cocco di Berlusconi”

 «Aveva apprezzato il mio lavoro nel settore giovanile, e allora? Conosceva le mie qualità, ho lanciato talenti come Donnarumma, Calabria, Cutrone. Il Milan è una famiglia. E io sono in sintonia con l’idea di calcio di Berlusconi e Galliani».

Il presidente non ha mai fatto mistero delle regole che voleva dal suo Monza e dai suoi calciatori, ma senza fare esagerazioni

Non vuole i tatuaggi. «Non bisogna esagerare, io gli ho detto subito che avevo quello della Champions 2003».

Quindi Nainggolan non potrebbe giocare nel Monza. «Direi di no».

E neppure Moscardelli, con quella barba. «Anche qui: serve la misura. I miei giocatori hanno la faccia pulita, da bravi ragazzi».

Brocchi parla del rapporto stretto che Berlusconi ha con la squadra e con lui

«Prima della partita mi chiede come stanno i ragazzi. Li conosce tutti, ha voluto una scheda di ognuno».

Ma anche del rispetto dei ruoli che per il Cavaliere è sempre stato fondamentale

«Mai dati consigli per la formazione, neppure nei due mesi e mezzo al Milan»

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