Repubblica spiega perché Neymar al Barcellona è un sogno irrealizzabile
Le regole di flair play della Liga sono diverse da quelle della Uefa perché stabiliscono a priori il monte ingaggi da rispettare
Le regole di flair play della Liga sono diverse da quelle della Uefa perché stabiliscono a priori il monte ingaggi da rispettare
Repubblica parla oggi della triste storia di Neymar, costretto a restare al Psg. Il padre in questi giorni ha detto che le trattative non sarebbero ferme e che il sogno di tornare a casa al Barcellona resta.
Ma bisogna tener presente i veri motivi per cui l’affare non si è potuto chiudere. La Liga prevede dei rigidi paletti di fairplay finanziario introdotti nel 2012.
Queste regole sono diverse, spiega Repubblica, rispetto a quelle del flairplay finanziario della Uefa, perché stabiliscono a priori quale sia il tetto massimo di ingaggio per ogni squadra.
Ad aprile le società comunicano alla Liga la stima di ricavi e spese: diritti tv, sponsor, plusvalenze, ammortamenti, ingaggi, pagamenti per la gestione corrente. Tutte queste voci entrano in un calcolo tra entrate e uscite dal quale un mese dopo esce la cifra che può essere spesa per il monte stipendi della stagione successiva.
In questa annata il Barcellona non può spendere complessivamente più di 671 milioni lordi (alle spalle dei catalani, Real con 641 milioni, Atletico con 348, Siviglia con 185 e Valencia con 170). Il maxi ingaggio di Neymar non sarebbe rientrato nei limiti stabiliti.