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Damascelli: ancora una volta scende in campo la procura di Torino. Nelle altre città regna l’omertà

Sul Giornale: il fenomeno delle infiltrazioni criminali nelle tifoserie riguardano altri club oltre alla Juve ma i giudici delle altre città restano in silenzio

Damascelli: ancora una volta scende in campo la procura di Torino. Nelle altre città regna l’omertà

Su Il Giornale Tony Damascelli commenta gli arresti dei capi ultrà bianconeri a  Torino, nell’ambito dell’inchiesta scattata dalla denuncia della Juventus.

Le procure a velocità diverse

Scrive:

“Dopo essere stata costretta a un iniziale accordo, la Juventus, già sotto indagine (abbastanza goffa, nelle intercettazioni imbarazzanti del procuratore Pecoraro) e punita dal tribunale sportivo della Federcalcio, nella figura del suo presidente Andrea Agnelli, ha finalmente deciso di denunciare, di smascherare i black bloc del tifo bianconero e l’arresto di diciannove di questi è un primo tentativo di bonificare l’Allianz di Torino”.

L’impressione, dice Damascelli, è che ancora una volta la procura di Torino si muova ad una velocità diversa rispetto alle altre procure italiane.

Fu così anche ai tempi del doping

Fu così ai tempi dell’inchiesta sul doping avviata dal giudice Guariniello, ad esempio: nessun’altra procura aprì indagini simili, anche se, stando all’intervista rilasciata a L’Espresso da Zeman, il fenomeno sembrava comune a molti atleti.

Idem oggi, scrive Damascelli:

“Oggi come allora Torino scende in campo mentre in altre città continua il silenzio dei giudici”.

L’omicidio del capo ultras laziale Fabrizio Piscitelli, alias Diabolik, ha confermato che nelle tifoserie romane esiste un fenomeno criminale e che le relazioni tra gli ultras si allargano anche alle altre squadre. Anche la Curva Nord nerazzurra, ad esempio, ha onorato Diabolik, così come è accaduto a Parma, a Sofia, a Madrid, per dirne alcune.

Il presidente Lotito sollevò il problema un anno fa, chiedendo di arrestare e applicare la massima pena ai delinquenti che ricattavano lui e il club e altri episodi di accoltellamenti, furti e rapine nei confronti di calciatori e dirigenti hanno macchiato Napoli, Roma, Firenze e altre squadre.

“E già prevedo distinguo e reazioni scorbutiche di chi si ritiene estraneo a qualunque atto, complicità o atto violento”.

Damascelli ricorda di quando Rosi Bindi, in qualità di presidente della commissione parlamentare antimafia, a proposito della vicenda del bagarinaggio dei tifosi juventini, denunciò la collusione tra la criminalità organizzata e il mondo del calcio:

“ci si augurava che le sue parole fossero l’avvio di nuove inchieste nei confronti degli altri club. Così non è stato o così non sembra. A meno che le procure siano sicure di escludere qualunque contatto tra le squadre cittadine e la criminalità. Questo nasconderebbe il timore, la complicità o l’omertà degli inquirenti. Ma è un’ipotesi impossibile. O no?”

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