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Il Palabarbuto in condominio tra basket e futsal

Nulla contro il calcio a cinque ma la pallacanestro – dopo un anno di esilio a Casalnuovo – si ritrova di nuovo con una casa a metà

Il Palabarbuto in condominio tra basket e futsal

La squadra di futsal Fuorigrotta2012 chiede ed ottiene di giocare e allenarsi al Palabarbuto, e la pallacanestro dopo un anno di esilio a Casalnuovo, si ritrova di nuovo con una casa a metà.

Decidete in tempo se il basket a Napoli deve morire tutto assieme e può agonizzare, piano, soffrendo, nel tempo. Le Universiadi sono finite e ci hanno lasciato impianti rimodernizzati, ma anche una confusione totale sulla loro gestione. Il Palabarbuto, ad esempio, riabbraccia la squadra di pallacanestro esiliata lo scorso anno a Casalnuovo, ma è costretta a dividersi lo spazio con la squadra di futsal Fuorigrotta 2012. Niente di strano, ci mancherebbe, avviene in tante città, ma non a Napoli dove le strutture sono ridotte al lumicino e molte società di pallacanestro sono costretta ad emigrare o a chiudere battenti.

Napoli aveva un tempio, il Mario Argento, invidiato da mezza Italia, ma lasciato in macerie, tanto che turisti ingenui, durante la kermesse mondiale universitaria, scattavano foto credendo si trattasse di ruderi antichi.

Insomma, se il basket a Napoli non decolla, è fermo al palo, lo si deve anche a questo dannato autolesionismo istituzionale. Un imprenditore può decidere di investire in un titolo di Serie A, e tollerare uno, massimo due anni la mancanza di supporto logistico dalle istituzioni, ma al terzo anno va ad investire in altro.

Il futsal, sport nobile ci mancherebbe, ma in un impianto da quasi seimila posti è controproducente, sia in termini di incasso (quanto pubblico può portare?) sia in termine di usura della struttura, sia in quanto ad appeal.

La pallacanestro, in una città calcio-centrica, ha sempre rappresentato un’alternativa credibile, con tradizione storica e che da troppi anni sta resistendo a calci e cazzotti nuotando a vista di una precarietà di impianti unica. Se questo avviene per una società di Serie A2 che investe centinaia e centinaia di migliaia di euro, figuriamoci per piccole realtà che provano a fare leve giovanili, sempre più schiacciate da una burocrazia lenta e costosa, che nega spesso l’uso di palestre scolastiche. Abbiamo patito tanto per avere una società credibile ed una Serie A da protagonisti, proteggiamola, aiutiamola, sosteniamola.

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