Sconcerti: “Il gol di Insigne è stato il tentativo scolastico di un folle”
Sul Corriere della Sera: La Nazionale "è figlia di Mancini, un vecchio genio. Si è attaccata addosso la sua diversità, il suo piacere di divertirsi e di stupire con una tecnica da strada"

Mario Sconcerti commenta la partita dell’Italia contro la Bosnia sul Corriere della Sera. Una vera partita, a differenza di quella contro la Grecia, avversario molto meno temibile.
La Nazionale di Mancini
“sa giocare a calcio e ha voglia di farlo, non ha paura di tentare soluzioni estreme”.
Come il gol del pareggio di Insigne, che Sconcerti definisce
“il tentativo scolastico di un folle, tiro al volo da 25 metri. Lo provano in pochissimi perché non fai mai gol”.
La Nazionale di Mancini invece li prova, perché è figlia del tecnico, che è un vecchio genio.
“Si è attaccata addosso la sua diversità, il suo piacere di divertirsi e di stupire con una tecnica da strada”.
Il migliore in campo è stato Dzeko, scrive Concerti, il cui unico limite per il mercato è l’età, perché, per il resto,
“è ancora da fuoriclasse, con un’utilità complessiva non inferiore a quella di Ronaldo, Lukaku o Icardi”.
L’Italia ha vinto perché,
“quando non pensavamo più, abbiamo sofferto e reagito, portato un po’ di ordine su un campo che era diventato davvero una terra selvaggia. Ci siamo confermati una squadra di talento, cosa che a me sembra già enorme visti i tempi. Dobbiamo considerare che non c’è più una squadra guida al mondo. I tanti stranieri rendono straniere a se stesse anche le squadre nazionali. Nello spazio che resta, Mancini ha trovato due idee, la giovinezza e la condanna del banale, che ci rendono almeno baldanzosi”.
Mancano ancora delle cose, però:
“servirebbe una grande punta, un Belotti che cresce, un Bernardeschi che si guarda meno, un Quagliarella con 10 anni di meno”.
Ma, conclude Sconcerti, l’evoluzione del calcio ha chiuso lo spazio ai grandi attaccanti, ovunque e non ci sono attaccanti perfetti
“anche senza Wanda Nara come agente”.