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Calciatori maturi e cessioni mirate: il nuovo Napoli di Ancelotti

Non solo giovani forti (Meret, Fabian), anche 28enni affidabili (Manolas e James). Una chiara idea di calcio e quindi degli interpreti più idonei ad applicarla

Calciatori maturi e cessioni mirate: il nuovo Napoli di Ancelotti
Hermann / KontroLab

Decisionista, altro che leader calmo

Nasce il Napoli di Ancelotti. È uno dei titoli più gettonati dell’estate. E di chi sennò? verrebbe da aggiungere. L’allenatore con la fama di leader calmo, è in realtà un decisionista. Come lo sono tutti i veri manager. Coloro i quali si assumono le responsabilità delle proprie decisioni. Ancelotti potrebbe serenamente lavorare in una grande azienda. Lo ha già fatto, peraltro con discreto successo.

Ancelotti arrivò a Napoli lo scorso anno. E decise di toccare poco la rosa che conquistò il record di punti in campionato: i 91 punti che hanno dato vita alla setta dei novantunisti che sta vivendo un momento di grande difficoltà. Impropriamente – come quasi tutto quelle che emerge dalle viscere del tifo napoletano – si è detto che lo scorso anno il Napoli non ha fatto calciomercato. E infatti Meret è un non acquisto. Non significa aver preso uno dei portieri più promettenti del calcio europeo. No. Così come Fabian Ruiz, arrivato tra lo scetticismo della spessa coltre di incompetenza che avvolge Napoli, dodici mesi dopo è corteggiato – invano – dal Real Madrid e sta disputando da protagonista il campionato europeo under 21. E a Napoli, ricordiamolo, c’è chi – tantissimi, ricordiamo la percentuale di incompetenza a Napoli è molto sopra la media mondiale – ha pianto la partenza di Hamsik che ha scelto la Cina per chiudere la carriera.

Ci sarebbe poi Verdi che noi però attribuiamo a idee pregresse all’arrivo di Ancelotti. Malcuit. E qualcun altro che forse ci sfugge. Ah ecco, Ospina e Karnezis. Non male per una non campagna acquisti che segnò anche il ritorno a casa di Luperto.

Giocatori di 28 anni, non solo giovani

Ancelotti ha portato a casa con mesi d’anticipo l’obiettivo stagionale: la qualificazione in Champions e anche il secondo posto in campionato.

Da mesi – mesi – sta ovviamente lavorando alla costruzione del suo secondo Napoli. Ha studiato la squadra, l’ha rivoltata da capo a piedi. E si è scontrato con residue resistenze ideologiche e tattiche. I risultati di queste discussioni e di queste resistenze saranno più chiari al termine della sessione di calciomercato.

Perché è dalle cessioni del Napoli che sarà ancor più chiaro quanto sarà il Napoli di Ancelotti. E noi pensiamo che sarà pressoché fedelmente il Napoli di Ancelotti. Che ha cominciato con l’imprimere una svolta storica al calciomercato del Napoli. Vengono affiancati al club non più soltanto giovani fortissimi – Meret, Fabian Ruiz – ma anche calciatori già esperti di comprovata esperienza internazionale. Dal “mostro” James Rodriguez a Manolas. A Lozano che è più giovane – 23 anni e non 28 – ma che è un giocatore fatto e finito. Anche i nomi che continuano a essere affiancati al Napoli sono nomi di calciatori non anziani ma maturi, nel pieno della loro maturità: 28 anni. Qualche nome ancora non è emerso. Soprattutto in mediana.

Il calcio di accelerazioni

Altri nomi sono in lista di sbarco. Perché meno compatibili con il calcio di Ancelotti. Liquido, fluido, soprattutto rapido, con la palla che va veloce in verticale e una squadra in grado anche di ribaltare l’azione e con due tre tocchi andare in porta. Con calciatori capaci di ripartire, di produrre accelerazioni (che è il sale del calcio secondo Ancelotti, un po’ come l’ottimismo per Tonino Guerra). Oggi nel calcio vince chi è in grado di produrre più accelerazioni nel corso di una partita. È il calcio dei Salah. E di quelli come Chiesa per restare dalle parti di casa nostra. Dei Lozano. E di chi è in grado di innescarli con un tocco solo, come James. Senza per questo rinunciare a produrre calcio.

Il Napoli cambierà molto sulle fasce, a partire dalla difesa. Ormai è chiaro. E anche davanti sono emersi tra i partenti i nomi di Verdi e Ounas. Younes, fine scattista e bel giocatore (ex Ajax), resta: piace eccome. Diawara è partito, o quasi, venduto a un giusto prezzo. Per nulla svenduto: 19 milioni per un calciatore che ha fatto intravvedere doti importanti, soprattutto a livello di personalità, e poi si è un po’ smarrito. Infine ci sono i pezzi pregiati. I nomi sono noti. Tra questi non c’è Koulibaly. Il nuovo Napoli è bello chiaro in testa a chi lo ha disegnato: Ancelotti, Giuntoli, De Laurentiis. Le cessioni sono un momento fondamentale nella costruzione e nel rafforzamento delle squadre. Dalla ormai proverbiale cessione di Ibrahimovic al Barcellona l’anno prima del triplete, a tantissime altre. Dietro una grande squadra c’è almeno una grande cessione. E nel Napoli le cessioni saranno tante.

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