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La Juventus è coerente con Sarri. Il suo personaggio era costruito a tavolino

Il toscano è il perfetto prototipo del leader post-ideologico. Il problema è solo per chi si è lasciato ammaliare. Che vada o meno alla Juve

La Juventus è coerente con Sarri. Il suo personaggio era costruito a tavolino

Maurizio Sarri fa bene ad accettare di allenare la Juventus. La possibile scelta di sedersi sulla panchina dei bianconeri, che sembra concretizzarsi in queste ore, è coerente e non fa una piega rispetto a quanto fatto e detto dal tecnico metà partenopeo, metà toscano. È un professionista del calcio, nient’altro.

Nell’epoca delle ideologie deboli, Sarri rappresenta il perfetto prototipo del leader post ideologico. “Il prossimo contratto? Voglio arricchirmi” aveva detto quando era ancora a Napoli. Poi ha vestito i panni del novello Che Guevara da Bagnoli, l’uomo contro il palazzo in procinto di fare la rivoluzione con i suoi 11 in campo, il dito medio alzato dal bus ai tifosi juventini, il “democristiano” dato a Roberto Mancini, la tuta indossata contro gli allenatori in giacca e cravatta. Tutte fesserie. Parole studiate a tavolino per costruire consenso intorno al suo nome e massimizzare il profitto, screditare la società, farsi fare sponda da pezzi di tifo organizzato (ricordate gli striscioni in curva?). Era ed è solo comunicazione. Di soldi, fama e successo stiamo parlando, non di ideologie di sinistra sui campi di calcio (per quelle vi consiglierei di leggere qualcosa su Sócrates e la democracia Corinthiana, e di lasciar perdere il sarrismo).

Sarri va valutato per quello che ha dimostrato. Un buon tecnico che ci ha fatto divertire e ha fatto giocare il Napoli, per lunghi tratti di stagione, in maniera spettacolare. Però senza conquistare nessun trofeo, purtroppo (quelli contano, non prendiamoci in giro). Ma non ha nessuna responsabilità se andrà alla Juventus. La colpa è solo di un pezzo dei tifosi partenopei – ad essere onesti non tutti – che si è lasciato ammaliare, ha creduto alle sue parole e si è “fatto fare fesso” da un toscano nato per caso a Napoli che per anni li ha fomentati e poi li ha scaricati di colpo: “Non ho i social. Mio nipote mi fa leggere le cose sul sarrismo. Si divertono”, come a dire “sò ragazzi, lasciamoli giocare”.

In queste ore su Vanity Fair, Sarri ha detto che dopo un anno di purgatorio all’estero, ora potrà tornare in Italia e che i rapporti con gli i tifosi azzurri rimarranno ottimi. Tanto ottimi che come primo acquisto pare abbia chiesto alla Juve, nel caso si concretizzasse la sua panchina, il difensore centrale dei partenopei Kalidou Koulibaly. Il nostro top player. E anche Jorginho e Higuain, Forse lo fa per nostalgia del Vesuvio, della sua vecchia squadra. O gli servono combattenti non per la rivoluzione operaia, ma per vincere un titolo in Italia. E ambire, come giustamente può fare, a conquistare la Champions con la Juve, e perché no il triplete.
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