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Italia paese per vecchi: nel calcio i giovani si prendono solo se li fa crescere qualcun altro

Non ci prendiamo neppure la briga di rischiare. Li classifichiamo come brocchi o non pronti oppure, peggio, ci chiediamo perché, a testarli, dobbiamo essere proprio noi

Il calcio italiano non punta sui giovani, concede loro fiducia, ma solo per pochi minuti e in partite non determinanti, poi li mette da parte e li lascia invecchiare. Lo abbiamo scritto, quando abbiamo raccontato che l’età media della Serie A italiana è tra le più alte d’Europa. Tutti invocano un cambiamento, ma poi non cambia mai nulla.

Il ct della Nazionale, Mancini, prova ad avere un concetto innovativo di calcio, convocando, ad esempio, Nicolò Zaniolo in azzurro pur non avendo mai ancora debuttato nella massima serie del calcio italiano. Una rivoluzione culturale che bisognerebbe portare sugli scudi se il problema del calcio nostrano è quello dell’età troppo avanzata. E invece viene criticato. Ancelotti porta Luperto a Salisburgo e nemmeno in questo caso tutti sembrano d’accoro. Di esempi ce ne sono parecchi: la reazione del pubblico non è sempre benevola.

Del resto, basta guardare alle richieste che i tifosi fanno sul mercato. Solo grossi nomi, vogliono tutti i top player, altri, i giovani, appunto, sono considerati scarsi.

E’ un problema tutto nostrano. Li vogliamo belli, giovani e forti, ma solo se qualcun altro, prima, ha firmato una garanzia come si deve. Se qualcun altro li fa crescere per noi. Non ci prendiamo neppure la briga di rischiare. Li classifichiamo come brocchi o non pronti oppure, peggio, ci chiediamo perché, a testarli, dobbiamo essere proprio noi.

Lo ha detto anche il presidente dell’Associazione italiana calciatori, Damiano Tommasi

“In Italia si parla tanto dei giovani, ma poi chi lancia i giovani viene esonerato. Zaniolo, per esempio, lo ha lanciato un tecnico che non è più sulla panchina della Roma. E ci sarebbero altri esempi”.

La verità è che il nostro Paese non è luogo per giovani. Non lo è nel mondo del lavoro, nemmeno in quello dell’Università, figuriamoci in quello del calcio. I giovani, qui da noi, preferiscono farsi la valigia e andare a crescere fuori e, dopo, non trovano neppure un motivo per tornare e neppure qualcuno fa qualcosa per riportarli indietro. E intanto, appunto, diventano vecchi, ma lontano dalla casa alla quale potrebbero dare davvero tanto.

Ancelotti contro l’Inter ha portato in panchina un portiere della Primavera, classe 2000: Joao Pedro Piai. Era la sua prima convocazione in prima squadra come terzo portiere. Le novità che piacciono a noi.

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