Ancelotti: «Gli allenatori sono sempre gli ultimi a sapere di un esonero. Speriamo che il Napoli mi confermi»

Ancelotti a sorpresa ai microfoni di Sky nel post partita di Napoli-Inter per fare gli auguri a Pirlo. Scherza sulla sua permanenza al Napoli

Ancelotti

Hermann / KontroLab

Era previsto l’intervento di Davide Ancelotti  ai microfoni di Sky al termine di Napoli-Inter ma è intervenuto invece Carlo Ancelotti

Quando sai che te ne andrai diventa più difficile nello spogliatoio?

«No perché non c’è mai  la certezza, l’allenatore è sempre l’ultimo a saperlo. Per quello che mi riguarda so che l’esonero fa parte del lavoro di un allenatore. Per noi allenatori conta solo il risultato e diventa difficile avere la possibilità di programmare nel tempo. Ho sofferto molto di più l’esonero al Parma o dalla Juve adesso ci ho fatto il callo. Poi iniziano nuove avventure e tutto ricomincia. Adesso ho una clausula al 30 maggio spero che il Napoli me la eserciti. Sono legata al Napoli ancora per due anni e sono felice di esserlo»

Grande prestazione indicativa della prossima stagione?

«Non è che la partita di oggi lo dice, oggi mostra che abbiamo qualità, ma ci sono state tante altre prestazioni belle che abbiamo fatto in questa stagione. La chiudiamo bene ed è molto importante perché dimostra grande professionalità perché non è facile preparare queste partite quando non ci giochiamo nulla»

Momento da godersi

«Questa squadra mi da grandi segnali, poi abbiamo mancato un po’ di continuità, lo abbiamo ripetuto tante volte che abbiamo avuto uno sbandamento per diversi motivi»

Hai in testa dove migliorare per la prossima stagione?

«Credo che si può migliorare mettendo più pressione offensiva anche rischiando qualcosa dietro. È una squadra che fa più fatica a difendere nella propria metà campo che nella metà campo avversaria»

L’intensità che manca in tutto il calcio italiano?

«Il calcio italiano non deve perdere le sue peculiarità, grande attenzione sotto l’aspetto tattico e sulla fase difensiva. L’intensità è difficile da ricercare perché si deve essere in due».

In Italia 5 anni è il limite massimo per una panchina?

«È difficile dirlo, credo che l’aspetto sportivo sia predominante in Italia mentre per gli allenatori che hanno avuto panchine lunghe all’esterno era l’aspetto economico che predominava»

Anche all’estero conta sempre il risultato?

«Sì, è così. Tutti vogliono vincere, al Real se arrivi in semifinale di Champions e sei secondo il campionato è stagione fallita»

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