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Il Napoli si è arreso, ma i tifosi prima

La stagione del Napoli è finita il 26 dicembre, forse giovedì scorso, forse dopo la notte di Liverpool. Probabilmente quella dei tifosi non è mai iniziata

Il Napoli si è arreso, ma i tifosi prima

Dopo Napoli-Atalanta la media degli spettatori al San Paolo è scesa definitivamente sotto le 30 mila unità, addirittura dietro alla Lazio e alla Fiorentina, decima in classifica.

La crisi di rigetto del popolo partenopeo al suo stadio e alla sua squadra è partita prima del 26 dicembre, giorno indicato da molti come la vera fine di questa stagione sportiva.

Già alla prima giornata casalinga, in uno scontro diretto contro il nuovo Milan di Elliot e dell’ex Higuain, erano presenti soltanto 34 mila spettatori. Le giustificazioni al poco afflusso di tifosi furono affidate al periodo estivo, al prezzo, alle condizioni del San Paolo, ai mancati abbonamenti causa restyling per le universiadi.

Bene, ci può stare. (citazione molto conosciuta dalle nostre parti).

Alla seconda partita al San Paolo c’è la Fiorentina, sfida chiave per l’inaugurazione del nuovo modulo “Ancelottiano”, il 4-4-2, e per il cambio della politica societaria sui prezzi dello stadio: nei giorni precedenti alla partita diverse furono le critiche per il prezzo della curva, 35 euro.

La società fu costretta ad adottare una tariffa speciale per gli under 14 (2,50 euro).

Spettatori 29.000. Considerando il prezzo e la tardiva adozione della tariffa under 14, possiamo affermare anche qui un “ci può stare”.

La società, rendendosi conto dell’inizio della crisi di spettatori, decise di andare incontro ai tifosi, creando i primi due mini-abbonamenti della stagione:

  1. Mini abbonamento per le 3 super-sfide di Champions contro Liverpool, PSG, e Stella Rossa.
  2. Mini abbonamento di campionato fino alla partita col Bologna di fine dicembre.

L’idea del mini abbonamento, a prezzi anche piuttosto popolari per la Champions, si rivelò vincente.

Nelle ultime 2 sfide casalinghe ci fu una grande partecipazione, anche grazie a un nuovo mini abbonamento, adottato dopo Napoli-Liverpool, valevole per le partite contro PSG e Stella Rossa.

La prima partita del girone, quella contro i vice campioni d’Europa, invece, fu fallimentare dal punto di vista del botteghino e vincente e spettacolare in campo.

Spettatori: 37 mila, numero nettamente insufficiente per una sfida del genere.

In campionato, invece, il mini abbonamento non ebbe lo stesso successo dell’Europa, a significare che già dal principio il tifoso Napoletano non credeva più di tanto nel campionato, nonostante gli iniziali ottimi risultati della squadra.

Il forte deprezzamento del biglietto singolo, dalla partita contro il Parma fino all’ultima gara contro l’Atalanta, raggiungendo a volte prezzi adottati da alcuni club nel campionato di SERIE B!, passando inoltre per i diversi mini abbonamenti creati anche nella seconda parte di stagione, non sono bastati per riempire lo stadio.

Il San Paolo si è riempito per una percentuale inferiore al 50% della propria capienza.

Le due uniche noto stonate, in questo caso diremmo intonate, sono state le gare contro il Chievo e soprattutto il Bologna, sfida avvenuta dopo il 26 dicembre.

Quest’ultima rappresenta attualmente, e lo sarà fino alla fine della stagione, il record di spettatori al San Paolo in campionato. Spettatori: 46 mila, numero aiutato dal ritorno dei molti Napoletani per le festività e per il forte senso di solidarietà nei confronti di Koulibaly dopo i fatti di Inter-Napoli.

Dall’inizio del 2019, con il calo della squadra, il numero delle unità al San Paolo è ulteriormente diminuito, non superando nemmeno 20 mila persone in diverse occasioni.

In sostanza per vedere un San Paolo pieno nel girone di ritorno sarebbe bastato un “Armando Picchi di Livorno”

Nemmeno contro la Juventus, partita che con una vittoria poteva riaprire la lotta scudetto, sono state raggiunte i soliti 45-50 mila tifosi dei big match degli ultimi anni.

Dopo la sconfitta contro il Milan in Coppa Italia, tutto l’ambiente si è concentrato sull’Europa League. Tutti speravano che attraverso le partite Europee, cosi come era stato per la Champions, ci sarebbe stato un nuovo entusiasmo e, quindi, nuova linfa sulle gradinate del San Paolo.

Purtroppo anche in questa occasione il tifoso del Napoli non ha risposto presente.

La partecipazione nell’ultima gara europea contro l’Arsenal ha visto un ambiente caldo, con due bellissime coreografie delle curve, ma non così come aveva sperato Ancelotti alla vigilia, forse l’unico davvero a credere nell’impresa di rimontare la sconfitta dell’andata. Gli spettatori sono stati meno di 40 mila.

A proposito delle coreografie, che in generale vorremmo vedere più spesso mentre vorremmo sentire meno cori inutili contro il Presidente, faccio una battuta scaramantica: Le coreografie, quelle da ricordare negli ultimi anni, sono state fatte: nel 2013 contro la Juventus (ricordate il Vesuvio?), contro il Dnipro nel 2015 (“Magnammancill”), contro il Real Madrid nel 2017, e l’ultima contro l’Arsenal. Chi si ricorda i risultati finali di queste partite capirà anche la battuta scaramantica, che non faccio direttamente per non offendere nessuno.

Ritornando all’argomento principale: Qualche settimana fa avevo scritto che per riempire lo stadio, considerando la media assoluta, sarebbe bastato lo stadio Euganeo di Padova.

Oggi si può affermare, col l’ulteriore calo avuto, che potrebbe bastare anche lo Stadio Partenio di Avellino, così da far felici coloro che sono disposti a trasferirsi per 2 anni in uno stadio vicino per costruire un nuovo San Paolo. (discussione aperta tra i tifosi del Bologna per il nuovo “Dall’Ara” , che non vogliono trasferirsi a Modena).

Insomma, la stagione del Napoli forse è finita il 26 dicembre, forse giovedì scorso, forse dopo la notte di Liverpool.

Probabilmente quella dei tifosi non è mai iniziata.

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