ilNapolista

Insigne legga il libro di Varoufakis e viva la propria transizione

Non esiste il modulo che ci si addice. Non esiste il tiro ripetibile all’infinito. Che possa essere felice in un altrove, lontano dall’abitudine

Insigne legga il libro di Varoufakis e viva la propria transizione

“Talking to My Daughter About the Economy”

Se la vita è una la lunga ricerca della propria casa che, con un filo di pazienza, ci insegna non solo che non ne esiste una ma che i brevi momenti salienti sono concentrati nelle transizioni tra un domicilio e il successivo, mi permetto di consigliare a Lorenzo Insigne la lettura di un libro di Yanis Varoufakis che mi è capitato tra le mani. Il titolo italiano lascia un po’ a desiderare (“È l’economia che cambia il mondo: Quando la disuguaglianza mette a rischio il nostro futuro”) mentre quello inglese mi pare molto appropriato (“Talking to My Daughter About the Economy”). Apparentemente è un testo divulgativo sulla storia del capitalismo che l’ex ministro delle finanze greco – di idee spesso non vicine alle mie – dedica alla figlia, nata in Grecia e ora studentessa in Australia, nell’altro emisfero.

Al di là di molte prospettive interessanti – quelle che spesso provengono dalle menti delle persone brillanti che siedono nel campo avverso (una su tutte, quella per cui l’economia è una cosa troppo importante per lasciarla alle mani degli economisti) – una frase credo faccia da colonna portante del libro e di questa breve considerazione:

“[Mi piace] andare alla ricerca dei modi per essere in disaccordo con me stesso per scoprire quali siano le mie vere idee”.

Non esiste una idea precisa di cosa siamo, come uomini e calciatori

Dunque, non solo la casa non esiste. Alla stessa maniera in cui non esiste Napoli né quel fazzoletto di terreno di gioco nel quale ci possiamo sentire a nostro agio senza accettare di lasciar morire pezzi fondamentali di noi stessi. Non esiste il modulo che ci si addice. Non esiste il tiro ripetibile all’infinito spendibile in ogni occasione. Non solo tutto ciò è un fantasma. Non esiste neppure una idea precisa di cosa siamo, come uomini e calciatori, se l’attività dialettica che dobbiamo intraprendere è con noi stessi, scartando persino le nostre opinioni alla ricerca delle nostre idee, qualunque cosa esse siano.

Può darsi che Insigne non vada più bene per il Napoli e che il Napoli sia giunto finalmente ad essere una opinione troppo solida e corroborata, quindi da scartare, nella vita calcistica di Insigne. Al netto dei video su Instagram e della paccottiglia retorica e famelica che la circonda, questa sarebbe una splendida notizia.

Auguro a lei, Insigne, di vivere la propria transizione. Di godersi gli scazzi nello spogliatoio, perché quando è il tempo di farvi fronte è fondamentale avere come interlocutore una persona del giusto valore, e lei si è ritrovato un grande maestro. Se dobbiamo perdere, sempre meglio perdere contro i migliori.

Hamsik fu gettato fuori casa, nel tourbillon delle proprie responsabilità, da Benitez. Ora è il suo momento: le mani e i piedi di Ancelotti l’hanno scaraventata nella tempesta, a piedi in su nell’altro emisfero. Non c’è nulla che manchi e le mancherà veramente: Varoufakis raggiunge la figlia, con un libro, per spiegarle il mondo, anche in Oceania. Le auguro di continuare a calciare i rigori, ma altrove. In un’altra zona del campo. In una nuova squadra. Le auguro di essere felice, tanto di ciò che non esiste non ve ne è un reale bisogno in nessuno di noi. Ciò che non esiste sembra necessario ed è, molto spesso, solo abitudine.

ilnapolista © riproduzione riservata