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Nel gol di Milik al Salisburgo c’è il calcio verticale di Ancelotti (e tanta qualità)

Recupero del pallone e poi da Fabian al gol ci sono quattro tocchi in verticale (una delizia di Zielinski) e sette secondi. Uno spot per il calcio

Nel gol di Milik al Salisburgo c’è il calcio verticale di Ancelotti (e tanta qualità)
Hermann / KontroLab

“Unisci i puntini”

Prima di Napoli-Juventus, il Napolista aveva proposto un approfondimento su come segna il Napoli di Ancelotti. Articolo dal titolo sin troppo esplicativo: “Recupera il pallone, 4-5 tocchi e gol: così segna il Napoli di Ancelotti”.

Il Napoli di Ancelotti segna in tutti i modi. Ma ci sono reti che probabilmente possiamo definire più ancelottiane di altre. Sono le reti che nascono da palla recuperata e da cui subito la squadra riparte, preferibilmente in verticale e con pochi tocchi.

E abbiamo paragonato i gol al gioco de La Settimana Enigmistica “Unisci i puntini”.

È quel che abbiamo visto in maniera evidente ieri sera in occasione del primo gol di Milik. Una rete che condensa il calcio di Ancelotti e mostra le grandi qualità tecniche del Napoli.

Nell’intervista concessa al Napolista, disse: “Sai quante volte una squadra riesce a fare gol dopo più di venti passaggi? In un anno può capitare due volte. Un gol lo fai dopo cinque sei sette passaggi”. E infatti.

Il tocco sotto di Zielinski

Tutto nasce da un rinvio del portiere del Salisburgo. Rinvio che Koulibaly cattura a ridosso della linea di centrocampo e appoggia prontamente a Mario Rui. Si tratta di un pallone recuperato e di un’azione che viene immediatamente fatta ripartire.

Mario Rui avanza di qualche metro e appoggia dietro per Fabian Ruiz. A questo punto scatta l’operazione Settimana Enigmistica. I puntini in fila da unire sono Fabian Ruiz appunto, Zielinski, Mertens e infine Milik.

Passano circa sette secondi e mezzo da quando Fabian Ruiz, un paio di metri oltre il centrocampo, avvia il gioco e serve in verticale Zielinski. Qui il polacco ci mette del genio. Il tocco sotto a scavalcare il difensore per servire Mertens è una perla rara.

Dries capisce. Sa. Arretra per ricevere il pallone. E ancor prima di toccarlo, si gira per vedere dov’è Milik. Il polacco è nella posizione giusta, nel corridoio giusto. In un niente, Dries addomestica il pallone, e lo serve in quel corridoio. A quel punto per Arkadiusz è un gioco da ragazzi affrontare il portiere, superarlo, e appoggiare in rete addirittura col destro.

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