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Recupera il pallone, 4-5 tocchi e gol: così segna il Napoli di Ancelotti

Il Napoli fa gol (46 in campionato) in tanti modo. Uno dei marchi di fabbrica è il pressing alto, con ribaltamento dell’azione e rete in pochi secondi

Recupera il pallone, 4-5 tocchi e gol: così segna il Napoli di Ancelotti

Unisci i puntini

Il calcio verticale. Pochi tocchi e si va in porta. Ecco cosa predica Carlo Ancelotti il rinnegato, l’uomo che ha preso le distanze dal calcio basato esclusivamente sul tocco di palla, che apprezza l’Atletico Madrid, che vorrebbe che il suo Napoli in parte gli somigliasse, che non capisce perché abbiamo dimenticato il calcio all’italiana, che legge e studia le statistiche e dichiara che in porta si arriva con cinque-sei-sette tocchi massimo.

Ma come segna il suo Napoli?

Il Napoli di Ancelotti segna in tutti i modi. È un po’ come il suo pensiero. Non c’è un solo modo di giocare a calcio. E di conseguenza non c’è un solo modo di segnare. Tredici da fuori area. Tre di testa. Due su rigore. Tre su punizione (tutte Milik).

Ma ci sono reti che probabilmente possiamo definire più ancelottiane di altre. Sono le reti che nascono da palla recuperata e da cui subito la squadra riparte, preferibilmente in verticale e con pochi tocchi. Su 46 gol segnati in Serie A – quarto attacco del campionato – almeno undici (ma saranno anche di più) il Napoli li ha segnati su palla recuperata. Vero e proprio imprinting del calcio del leader calmo.

Il primo saggio fu la rimonta al Milan

Un saggio, il primo saggio, il Napoli lo offrì alla seconda giornata. Contro il Milan che al San Paolo era in vantaggio 2-0. Proprio a ridosso dell’area di rigore del Milan, si avventò furioso il pressing degli azzurri. Prima Milik, che non ci riuscì, e poi Zielinski che sradicò il pallone dai piedi di Biglia. Lo servì a Callejon che glielo restituì: sinistro appena entro l’area e gol. Tre tocchi, please.

Quella partita, in attacco, fu un compendio del gioco di Ancelotti. Il terzo gol, quella della rimonta completata, fu un trattato di verticalità. Con Diawara che vede Allan nel corridoio davanti a sé, siamo sulla corsia destra, quindi cross basso per Mertens che appoggia in rete il pallone della rimonta. I tocchi sono tre.

A Torino, nel giorno dell’1-3, il terzo gol di Torino, il secondo Insigne, nasce da una palla che sulla linea di centrocampo Mertens sottrae a Izzo, come un cane da presa, poi la appoggia a Zielinski e da lì nasce l’azione che in tre tocchi porta al palo di Callejon e quindi alla rete altafiniana di Lorenzo fresca seconda punta.

La “prima” di Lorenzo nel suo nuovo ruolo

Non ci siamo dimenticati il primo gol di Lorenzo nel nuovo ruolo. Con Koulibaly che mette paura alla Fiorentina, cattura il pallone a metà campo con un perfetto anticipo e lo affida ad Hamsik. Lui, il capitano, come in un gioco della Settimana Enigmistica appoggia in verticale per Milik che unisce il puntino davanti a sé servendo Insigne e rete. Quattro tocchi. Come piace ad Ancelotti. Tanti ne bastano.       

L’anticipo di Koulibaly in Napoli-Fiorentina, appoggerà il pallone ad Hamsik per l’azione che in tre tocchi porterà al gol di Insigne

Erano i tempi in cui Lorenzo la buttava sempre dentro. Come contro il Parma nella partita d’andata. Anche qui pallone recuperato, stavolta da Malcuit, sulla tre quarti, affidato a Fabian Ruiz che serve Milik, cross basso e su pasticcio della difesa Insigne fa gol. I tocchi sono quattro.

Napoli-Parma offre forse l’esempio più limpido del calcio verticale di Ancelotti. In tre tocchi, e in sette secondi, il Napoli arriva dalla propria tre quarti fin dentro la porta avversaria. Il gioco è sempre lo stesso: “unisci i puntini”: Allan Insigne Milik che di sinistro, da fuori area, sfonda la porta.

Altro esempio di gol con pallone recuperato sulla tre quarti è quello della gara d’andata contro la Juventus. Pressing alto degli azzurri, Bonucci sbaglia l’appoggio, Allan arpiona il pallone e immediatamente serve Callejon che poi lo regala a Mertens: basta spingere.

Non è un pallone recuperato che porta alla rete di Ounas contro il Sassuolo, quella fantastica con sombrero e tiro di controbalzo di sinistro che un piede meno educato avrebbe scaraventato ai piani alti della facoltà di Ingegneria. Ma è un pressing alto del Napoli che induce il Sassuolo all’errore, a un retropassaggio sbagliato. Qui i tocchi sono due, dello stesso giocatore.

Il pallone recuperato in attacco torna la partita successiva, a Udine, quando il Napoli chiude l’Udinese nel lato sinistro della scacchiera, Fabian Ruiz non molla Fofana, gli porta via la palla e di destro, a giro, da fuori area, porta in vantaggio gli azzurri.

Il pallone recuperato c’è sempre. Anche quando viene recuperato apparentemente lontano dalla porta, su rimessa del portiere avversario. Come contro l’Empoli. È Koulibaly a farlo proprio e poi a gettarsi in avanti prima di servire Insigne per il gol dell’1-0. Ci sarebbe, anzi c’è palla recuperata da Malcuit anche sulla rete del 3-0, con lo splendido uncino di Mertens servito da Callejon cui Malcuit aveva affidato il pallone riportato alla base.

Il pressing sulla tre quarti

La tre quarti è la zona Napoli. È lì che la squadra di Ancelotti costruisce gran parte delle proprie reti.

È da un recupero del pallone quasi a centrocampo, nella metà campo del Napoli, che nasce la prima rete del Napoli a Bergamo contro l’Atalanta. Hamsik la intercetta. La appoggia ad Allan che la affida a Mertens che vede con la coda dell’occhio Insigne sul filo del fuorigioco (ma non in fuorigioco, con l’Atalanta che imita l’Olanda col pressing fin quasi alla linea di centrocampo): si spalancano le porte del contropiede, lancio per Fabian e gol. I tocchi sono cinque. I secondi sono nove. Il gol è uno.

Ma non finisce qui a Bergamo. Il gioco unisci i puntini stavolta è davvero straordinario. Comincia dal limite dell’area del Napoli, versante destro. Allan verso Insigne, siamo ancora al di qua del cerchio di centrocampo, lo attraversiamo con l’appoggio ad Hamsik che serve dall’altra parte Mario Rui, qualche passo e cross per Milik che la stoppa (sì, la stoppa) e la butta dentro. I tocchi sono sempre cinque. I secondi stavolta sono dieci. Il gol è uno e vale tre punti.

Contro il Frosinone va in scena addirittura il gol a due tocchi, è quasi come la mossa del barbiere negli scacchi. Koulibaly – che partecipa tanto, eccome se partecipa – appoggia a Ounas in verticale, poi l’algerino fa tutto da sé, accelera e scaraventa in rete da circa trenta metri.

Poi arrivano le vittorie striminzite. Gli 1-0 che sono il sale della vita. A Cagliari con la punizione di Milik e alla Spal con colpo di testa di Albiol su calcio d’angolo. Sono solo tre i gol di testa del Napoli. Due di Milik – contro Frosinone e Bologna – e appunto uno di Albiol.

Il gol su pressing e recupero del pallone torna contro la Lazio, prima del girone di ritorno. Rimessa laterale per i biancocelesti sulla loro tre quarti. Il Napoli ha cinque uomini in quella zona di campo, Diawara va ad azzannare il pallone e costringe i laziali a un passaggio sbagliato. Che viene così recuperato da Mario Rui. Riparte il gioco “unisci i puntini”: palla verticale per Milik che appoggia indietro a Mertens che smista a destra per Callejon che entra in area e segna. I tocchi sono quattro. I secondi sono cinque.

Prendi il pallone e scappa

I tocchi sono tre nel primo gol di Napoli-Sampdoria l’ultima partita di Marek Hamsik. Che disegna l’apertura verso destra, a Callejon che poi chiude il disegno appoggiando a Milik che in area di rigore deve solo spingere in rete.    

Prendi il pallone e scappa sul secondo gol. Mario Rui lo recupera al di qua della metà campo, e poi si va in verticale verso la porta. Doppio scambio con Zielinski che allunga il giro con un passaggio orizzontale per Callejon che di nuovo verticalizza per Insigne che di destro segna.

L’ultimo che segnaliamo è il quarto di Parma. Con il pallone che viene recuperato da Luperto e poi via un tocco ciascuno Allan Callejon Verdi e Ounas. “Unisci i puntini”.

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