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Il Napoli di Ancelotti è un laboratorio che funziona

Le assurde reazioni al pari di Firenze. Ormai la rosa all’altezza è un dato acquisito. La squadra sta cambiando pelle. E il reparto che soffre di più è l’attacco

Il Napoli di Ancelotti è un laboratorio che funziona

Ottima prova senza Albiol e Hamsik

Come al solito, le reazioni dell’ambiente Napoli sono eccessive. Un ambiente convinto di essere Madrid. Il Napoli ha pareggiato a Firenze una partita che avrebbe ampiamente meritato di vincere: le reazioni dei quotidiani fiorentini sono eloquenti. Ancelotti ha tolto ai viola le loro armi più pericolose: quelle ripartenze che hanno fatto a fette la Roma in Coppa Italia. Ieri nemmeno una è stata concessa alla Fiorentina. C’è stata una cavalcata di Chiesa che è stato letteralmente murato da Koulibaly. Ieri sera il primo a essere arrabbiato per il risultato è stato Ancelotti: due punti persi, ha detto a Sky nel post-partita.

Per certi versi è inutile prestare orecchio all’ambiente Napoli. Per altri versi, però, è doveroso. Ormai non si comprende più che il Napoli ha pareggiato una partita in un campionato che ci vede con nove punti di vantaggio sulla terza e quattordici sulla quinta. “Eh ma Ancelotti ha parlato di scudetto” resta una frase meravigliosa. Come se la competizione non esistesse. Come se parlare di scudetto equivalesse a vincerlo. Allora noi diciamo: “Eh ma Dominik Paris ha detto che avrebbe vinto la libera ai Mondiali, e invece è arrivato sesto”. Ma va? Esistono anche gli avversari. Parole inutili, tanto l’unico obiettivo è attaccare il Napoli. Buona parte dell’ambiente Napoli è come quegli adolescenti in opposizione ai genitori. Con la differenza che quest’adolescente non crescerà mai.

Il reparto con più difficoltà

Il Napoli a Firenze non ha minimamente accusato né dell’assenza di Albiol né di quella di Hamsik. È un dato tutt’altro che irrilevante. E Maksimovic è un calciatore che era stato considerato buono per l’“ammazzatora” per dirla alla Pomata. Che invece ha giocato in Champions e in campionato. Hamsik diventerà da qui a maggio la briscola dei contestatori. Il jolly. Ogni qual volta qualcosa non andrà per il verso giusto, estrarranno dal mazzo la carta Hamsik. Come se quest’anno il suo apporto fosse stato fondamentale. E dimenticando che Marek SE NE VUOLE ANDARE AD OGNI COSTO. Ed è anche giusto così. Ormai è un dato assodato che il Napoli ha una rosa all’altezza. Nessuno ne parla più. Ma non era un dato assodato ad agosto. E chi criticava, ora tace.

Ora, invece, è emerso il tema trasferta. Lontano da Napoli, gli azzurri fanno meno punti. Il che è vero. Così come è vero che nelle ultime tre trasferte il Napoli non ha segnato. Ma gli azzurri hanno pur sempre vinto sei partite: hanno un ruolino di marcia secondo solo alla Juventus, e a pari merito con l’Atalanta di Gasperini.

Un tema vero, che affronteremo sul Napolista, è la difficoltà del Napoli a segnare. Non una crisi del gol. Però possiamo tranquillamente affermare che l’attacco è il reparto che più ha sofferto il passaggio al 4-4-2 di Ancelotti. Il Napoli ha la terza difesa del campionato. E ha il quarto attacco, dietro Atalanta, Juventus, Roma. La media gol rispetto allo scorso anno si è abbassata. La stagione scorsa era prossima ai due gol a partita. Quest’anno siamo a 1,7.

L’altra domanda è: dipende dal modulo, dipende dalla disposizione in campo, se si falliscono gol come quelli falliti ieri sera da Mertens, Insigne, Callejon, Milik? Dovremmo aggiungere Zielinski, anche se lì Lafont è stato davvero straordinario.

Laboratorio Ancelotti

Quel che non si vuol comprendere è che il Napoli sta cambiando pelle. E lo sta facendo con un gruppo abituato da tre anni a giocare allo stesso modo. È un’operazione non semplice, che fin qui ha dato ottimi frutti. Il malcontento dell’ambiente – di parte dell’ambiente – suona francamente incomprensibile. È un ambiente malsano, che fatica a fare i conti con la realtà. E fatica anche a rendersi conto dei risultati raggiunti quest’anno dal Napoli, che sono importanti: secondo posto, ottimo girone di Champions, con la sola eccezione della Coppa Italia.

Il Napoli di Ancelotti resta un cantiere aperto. I problemi ci sono, ovviamente. E lo staff tecnico lo sta affrontando. Ieri sera Allan è tornato ai suoi abituali livelli. Fabian Ruiz ha avuto le sue difficoltà, vittima del pressing viola, ma ha tenuto. Il calciatore ha grande carattere. È facile dire che se Milik avesse segnato all’ultimo minuto, staremmo parlando d’altro. È il calcio, lo sappiamo. È anche doveroso dire che se non ha segnato, ci sarà un perché.

Lamentarsi di una stagione così, vuol dire essere fuori dalla realtà. Come del resto dimostra la media spettatori al San Paolo. Allo stesso tempo, il Napoli deve al più presto ritrovare Insigne e Mertens. Milik il suo lo ha fatto, anche se ieri ha sbagliato un gol. Da Firenze sono arrivati più segnali positivi che negativi. Non coglierli è autolesionismo puro.

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