ilNapolista

Il Fatto Quotidiano confonde casa Insigne con casa Bandaranaike

Il comportamento e la gelosia di Insigne diventano per il Fatto lo specchio del fallimento delle politiche di educazione di genere in Italia

Il Fatto Quotidiano confonde casa Insigne con casa Bandaranaike

«L’autodeterminazione della donna»

Al Fatto Quotidiano hanno preso particolarmente sul serio lo scherzo architettato da Le Iene e sua moglie a Lorenzo Insigne. Noi ne abbiamo scritto ieri. Non tutti i nostri lettori sono stati d’accordo con la nostra visione. Nessuno, però, ha scambiato la famiglia Insigne per la famiglia cingalese Bandaranaike in cui Sirimavo – vedova del primo ministro Solomon che venne assassinato – diventò nel 1960 la prima donna al mondo a ricoprire l’incarico di primo ministro.

La giornalista Silvia D’Onghia scrive che quella di Insigne «non una gelosia “normale” (sempre che ne esista una “normale”), ma un controllo possessivo sulla donna alla quale impedisce di utilizzare i social network e guarda il telefono tutte le sere, per stessa ammissione della signora». E fin qui, possiamo anche essere d’accordo. È la base dello scherzo.

Cartina di tornasole della condizione della donna in Italia

D’Onghia non molla la presa: «nessuna donna dovrebbe essere privata dell’autodeterminazione, della libertà e della propria privacy (e tanto meno dovrebbe essere vittima di “ buffetti”). E non esiste replicare “è lei che glielo concede”. Se è lei che glielo concede, accettando un “compromesso”, significa che l’arretramento culturale nel quale siamo sprofondati è più grave del previsto e che le già misere politiche di educazione di genere (badate: non femministe, ma di genere) hanno pure fallito».

Insomma, tralasciando la storia italiana, casa Insigne assurge improvvisamente a cartina di tornasole della condizione della donna nel nostro Paese. Casa Insigne simbolo del fallimento delle politiche di educazione di genere in Italia.

La funzione socio-culturale de Le Iene

Meno male che c’è stato lo scherzo architettato a Insigne, altrimenti Silvia d’Onghia avrebbe potuto scambiare l’Italia per l’avamposto culturale mondiale per la condizione della donna. A volte basta poco per cadere in un equivoco. Mica si basa sul numero di donne assassinate nel nostro Paese, mica sulle quotidiane notizie di cronaca legate allo stalking, mica ricorda che in Italia fino agli anni Settanta esisteva il delitto d’onore, mica scrive quanto è difficile per una donna in Italia abortire semplicemente reclamando l’applicazione della 194. O che una legge sulle coppia di fatto è arrivata soltanto pochi anni fa. Ma no!

Meno male che le Iene hanno pensato allo scherzo a Insigne. Altrimenti la collega d’Onghia non avrebbe saputo nulla di tutto questo. Ed evitiamo di ricordarle il trattamento che il Paese riservò una decina di anni fa alla dottoressa Mara Carfagna, altrimenti finiamo col litigare seriamente. 

Lei conclude così:

il quadro che abbiamo visto rischia di essere la rappresentazione iconografica del mondo in cui siamo immersi. Come il celebre dipinto dei coniugi Arnolfini di Van Eyck (1434), l’immagine di Lorenzo Insigne “pazzo di gelosia” nei confronti della bellissima Genny è la fotografia di ciò che siamo ancora. Possiamo organizzare convegni, inasprire le pene nei confronti dei violenti, fare la conta delle vittime, regalare mimose l’8 marzo. Possiamo fare tutto, ma fino a quando non educheremo i nostri figli e i nostri alunni al rispetto e alla parità, non potremo lamentarci se certi “scherzi” vengono mandati in onda con le finte risate sullo sfondo.

ilnapolista © riproduzione riservata