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Ancelotti: «Insigne ha dato più del 100%, poi è calato»

Al Corsport: «Milik, Fabian Ruiz e Zielinski possono dare di più. Fuori dalla Champions per il gol di Di Maria. Lozano mi piace da Morire. Barella è forte»

Ancelotti: «Insigne ha dato più del 100%, poi è calato»

«Barella è forte»

Lunga intervista di Ivan Zazzaroni, direttore del Corriere dello Sport, a Carlo Ancelotti. I concetti espressi ovviamente sono più o meno sempre gli stessi. Recentemente, l’allenatore del Napoli ha detto che pochi giocatori hanno dato il 100%. In quest’intervista fa alcuni nomi.

«La squadra non ha ancora dato il 100 per cento. Fabian non l’ha dato, e come lui Milik, Zielinski. Insigne? Lorenzo anche più del 100% ma solo fino a novembre. Poi è calato».

Ha detto che «Barella è forte, Lozano mi piace da morire». E ricordando il suo Real, anche che «Morata è un ottimo attaccante. So che va all’Atletico. .

La Champions

«C’è un velo di cattiveria nel dire che siamo fuori dalla Champions. Nel nostro girone c’erano due potenziali vincitrici, Psg e Liverpool, noi siamo stati in corsa fino all’ultimo. La partita di Liverpool è stata sbagliata per te! L’anno scorso in semifinale il Liverpool ne aveva fatti cinque alla Roma. Anfield è uno stadio complicato. Ti ricordo anche che Klopp ne diede tre al City di Guardiola. Tutto quello che potevamo fare l’abbiamo fatto, ho detto questo ai ragazzi a ne partita, e non dimenticare che nel finale siamo andati vicinissimi all’1-1. Ci ha fregati quel gol di Di Maria a Parigi dove avremmo meritato di vincere».

«Qui a Napoli De Laurentiis ha fatto un grande lavoro. Cristiano (Giuntoli) ha fatto i miracoli».

«Con De Laurentiis ci sentiamo due volte a settimana, di solito. Si informa, è giusto che lo faccia. Vuole sapere, domanda. La formazione? Gli ho detto che se un giorno mi fa la formazione io gli organizzo il cast per un film».

Arrigo Sacchi

«M telefona spesso, analisi della partita, suggerimenti, mi dà dei consigli. Io lo ascolto. Ascolto tutti. Anzi, no, ti dirò una cosa che non ho mai rivelato a nessuno: a volte faccio finta di ascoltare, in realtà sono nel mio mondo, dentro la mia cupola di vetro, immerso nei miei pensieri. Rifletto parecchio perché sono un tipo razionale, l’istinto non prevale mai nelle mie decisioni, nella mia vita ha un peso ininfluente. L’ignoranza non mi scatta mai. Il calcio mi ha insegnato a essere addirittura più paziente di quello che di natura sarei. La pazienza è una dote essenziale per chi fa il mio lavoro. Oltre all’equilibrio: non mi esalto quando vinco e non mi abbatto quando perdo».

Infine Napoli

«È una città sorprendente e bellissima. La viviamo totalmente, dal nostro terrazzo godiamo di una vista pazzesca».

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