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Ponte Morandi: nessun progetto salvaguarda le prove

La proposta che Bucci invierà al Tribunale sarà solo un’idea generale. I cinque viadotti a rischio per il Mit

Ponte Morandi: nessun progetto salvaguarda le prove

Quella che arriverà oggi sul tavolo della Procura, scrive Il Secolo XIX, sarà probabilmente una relazione “aperta”, una semplice indicazione generale sulla demolizione, un’idea su come abbattere ciò che resta del Morandi, che però non individua uno specifico progetto da scegliere, tra quelli arrivati dalle aziende.

Questa ipotesi dovrà essere integrata, sul piano giudiziario, dal parere della Procura e del gip (sulla base della relazione dei rispettivi periti) e dei consulenti degli indagati e delle parti offese, finalizzato alla tutela delle prove.

Nessun progetto salvaguarda le prove

È proprio questo il punto: nessuna delle proposte di demolizione arrivate, scrive il quotidiano, contiene garanzie di conservazione di ciò che verrà abbattuto, ovvero, nessun progetto salvaguarda le prove.

Con molta probabilità, dunque, il commissario invierà una relazione “basata su spunti presi da varie ipotesi”.

Incidente probatorio a rischio per sciopero

Su questa idea si pronunceranno tutti gli attori coinvolti in occasione dell’incidente probatorio fissato per il 17 dicembre, giorno in cui, tuttavia, è previsto anche lo sciopero degli avvocati contro la riforma della prescrizione, e che quindi potrebbe essere a rischio rinvio.

Esiste una possibilità che “consentirebbe di slegare le esigenze della giustizia dalla volontà di avviare la fase di demolizione prima di Natale”, come desidera Bucci. La struttura commissariale potrebbe infatti, già la prossima settimana, individuare il soggetto che demolirà, che inizierebbe ad allestire il cantiere, scrive Il Secolo XIX.

Poi, una volta arrivate le prescrizioni dal Tribunale, il commissario potrebbe chiedere che vengano integrate nel progetto di demolizione.

Un’altra ipotesi, scrive Repubblica Genova, potrebbe essere la  destrutturazione, cioè lo smontaggio del ponte affinché i pezzi possano essere conservati e disponibili per tutta la durata delle vicende processuali.

I cinque viadotti a rischio

Lo abbiamo detto ieri: il ponte Morandi non era l’unico viadotto a rischio. Nei report di Autostrade segnalati dalla Procura alla vigilanza del Mit ci sono altri cinque ponti ammalorati, due dei quali in Liguria: il Gargassa, sulla A26, a Rossiglione, il Pecetti, a Mele, già oggetto di un intervento di riparazione e altri tre in centro Italia, ovvero il Moro (A14), il Sarno (A30) e il Paolillo (A16).

In alcuni casi, scrive Il Secolo XIX, gli interventi “sarebbero persino più urgenti di quanto non fosse la situazione del Morandi”.

I viadotti Gargassa, Moro e Sarno sono di competenza rispettivamente delle Direzioni di Tronco di Genova, Pescara e Cassino.

Autostrade rassicura che non esiste alcun pericolo per la sicurezza.

FOTO DA GENOVA24

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