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Liga contro Uefa: «La terza coppa? Una minaccia per i campionati»

Secondo Javier Tebas, boss del campionato spagnolo, il nuovo format delle competizioni internazionali favorirebbe lo squilibrio competitivo dei tornei nazionali.

Europa League 2

Qualche giorno fa, la Uefa ha annunciato ufficialmente la nascita della terza coppa europea (a partire dal 2021). In questa nuova competizione saranno accolte soprattutto squadre provenienti da campionati minori (quelli con un posizionamento più basso del ranking), in modo da creare una sorta di hub di accesso alla Champions e all’Europa League. Il nuovo torneo ha il nome provvisorio di Europa League 2.

Solo che sono già arrivati i primi attacchi a questa scelta politica. La Liga ha pubblicato una nota ufficiale in cui fa da portavoce agli altri campionati europei, per esprimere scetticismo rispetto a questa nuova manifestazione. Leggiamo: «La proposta Uefa sul futuro modello di competizione per club minaccia il futuro del calcio europeo. È necessario un dialogo più ampio tra tutte le parti per evitare la creazione di un sistema di livello ingiusto che danneggia la base calcistica europea: i club e le leghe più piccoli. La proposta ha un grande impatto sul futuro del calcio in Europa. In quanto tale, dovrebbe essere discusso in termini più ampi. Finora sono stati ignorati i problemi fondamentali relativi alla salute a lungo termine dei club, alla programmazione, ai diritti televisivi, all’equilibrio competitivo all’interno dei campionati nazionali o al rapporto tra leghe nazionali e competizioni europee».

Le parole di Javier Tebas, boss della Liga: «L’Europa League 2 richiederà un grande sforzo per i club più piccoli, che sono alla base di una sana competizione e la crescita del calcio europeo. Rischia di creare ancora più divisione nei campionati nazionali che partecipano al redditizio calcio europeo e quelli che non riescono a qualificarsi. Attraverso il dialogo è possibile creare un modello più inclusivo e democratico della concorrenza europea. Vogliamo un sistema he rispetti la stabilità economica e l’equilibrio competitivo dei campionati nazionali con la distribuzione dei ricavi più equa».

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