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Gramellini fa la morale a Mourinho e non cita mai gli insulti

Il sermone di oggi è un capolavoro giornalistico. Cancella i cori degli juventini, e trasforma Mourinho in un Maramaldo che si è preso gioco della sofferenza degli juventini

Gramellini fa la morale a Mourinho e non cita mai gli insulti

Come il ministro Centinaio

Massimo Gramellini. Se non ci fosse, bisognerebbe inventarlo. È il miglior paradigma dello stato del giornalismo italiano. Prende carta e penna – con 24 ore di ritardo, i pensieri solenni vanno lasciati sedimentare – per dire la sua su Mourinho e il suo gesto allo stadio della Juventus. Per quei tre che non lo sapessero, a fine partita, dopo aver vinto in rimonta, ma soprattutto dopo essere stato insultato per 90 minuti, ha portato la mano all’orecchio come a dire: “non vi sento più”. Insulti che un inascoltato Ancelotti – ormai anche lui è entrato nel cono d’ombra napoletano – ha denunciato come il problema del calcio italiano (italiano, ha citato anche Napoli, lo scriviamo prima che tiriate fuori i vostri ciclostile sul vittimismo) senza cultura sportiva.

Ma degli insulti, nel sermone mattutino di Gramellini sul Corriere della Sera, non v’è traccia. Nemmeno un accenno piccolo piccolo. Gramellini li oscura, in cuor suo inclusi nella frase: “È lecito infierire sui vinti, anche se ti hanno provocato fino a un attimo prima?”. Non ha nemmeno letto Sconcerti sul suo giornale. Ci chiede, lui torinista, di compiere uno sforzo, di spogliarci della casacca del tifo che nuoce alla serenità del dibattito. Serenità che – ovvio – ha bussato alla sua porta per chiedere ospitalità. E così Mourinho diventa un uomo che si è preso gioco della sofferenza dei tifosi vittime di una sconfitta “immeritata e improvvisa”. Poverini, del resto la Juventus ha appena subito la squalifica della curva per cori razzisti. Ma che vuoi che sia.

Non pago, Gramellini paragona Mou al ministro leghista che ha opposto il “bla bla bla” al sindaco toscano che si è lamentato per il mancato riconoscimento dello stato d’emergenza al suo Comune vittima di un incendio. Entrambi, Mourinho e il ministro Centinaio, intenti a schernire chi si trova in guai. Novelli Fabrizio Maramaldo. E, attenzione, Gramellini conclude: “Non è buonismo, lo giuro. Pare si chiami sensibilità”. Tifosi juventini, dove siete con i vostri cori?

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