Il prossimo presidente della Figc illustra il suo programma al Sole 24 Ore: «Riforma della giustizia sportiva e dei campionati, Italia in corsa per Euro 2028».
L’intervista al Sole 24 Ore
Gabriele Gravina è destinato a diventare il nuovo presidente della Figc. Forte di un accordo con la Lega Serie A e di una maggioranza pari al 62%, l’attuale presidente della Serie C ha presentato il suo programma con un’intervista al Sole 24 Ore: «La Figc deve dare delle certezze. Anzitutto su norme e comportamenti. Quello che è accaduto in questi mesi e il fatto che a metà ottobre ci siano ancora società come l’Entella che non sanno in quale categoria possono giocare non dovrà più accadere».
La riforma della giustizia sportiva: «È un passo necessario, servono regole precise e non più derogabili, e soprattutto serve dare certezza sulle sanzioni. Dovremo rivedere anche la composizione degli organi per assicurare che ci siano figure alte e autorevoli a guidarli. Vedremo se sarà possibile adottare dei correttivi in corsa visto che le nomine sono quadriennali.
Gravina spiega come proverà ad evitare i fallimenti dei club durante l’anno: «Vorrei subito approntare due correttivi. Le società ora possono iscriversi fino al 30 giugno ma poi possono integrare le domande e fare ricorso fino al 15 luglio, determinando le defatiganti controversie cui assistiamo. Farò in modo che le prossime linee guida per le licenze nazionali siano pronte già a dicembre e che le domande per iscriversi debbano essere depositate complete entro il 30 giugno 2019 senza più eccezioni.
Sostenibilità
«In Lega Pro – spiega Gravina – ho introdotto una sorta di rating per le società. E mi piacerebbe implementarlo in modo strutturale e graduale per tutte le società, assegnando a ciascuna un punteggio in base alla governance, alle strutture, ai vivai, ai percorsi di formazione. Se ben usato il rating è un indice di prefallibilità che può consentire interventi preventivi verso chi è in difficoltà».
Come sviluppare modelli economici sostenibili: «La sostenibilità va coniugata su due fronti: vivai e infrastrutture. Bisogna ripensare la filiera della formazione dei giovani. Degli Under 16/17 dovrebbero occuparsi i Dilettanti e degli under 18/19 la Serie C, ad esempio. Vorrei introdurre un certificato di qualità per le scuole-calcio e rivedere il rapporto con le istituzioni scolastiche prevedendo un’ora a settimana dedicata al calcio. Bisogna poi incentivare la modernizzazione di stadi e dei centri sportivi utilizzando il 10% degli introiti tv. Si tratta d 120 milioni circa) gestiti dalla Figc e vincolati proprio a questi progetti. Proprio per incentivare quest’ultimo aspetto, è sia necessaria una grande sfida per il movimento italiano: candidarsi per l’organizzazione dell’Europeo 2028».
Le riforme dei campionati
«Tagliare il numero di club con un tratto di penna sarebbe un errore strategico. Detto ciò è evidente c he per Gozzano e Juventus non possono valere le stesse regole. Bisogna intervenire a livello legislativo. in Serie C serve il semiprofessionismo. Che non sottrae ai calciatori tutele assicurative e previdenziali, ma permette di ridurre il costo del lavoro che oggi pesa dal 75 al 90% dei ricavi. Con emolumenti più bassi (esenti fino a 10mila euro), il ricorso all’apprendistato fino a 21 anni (con l’alternanza scuola-lavoro) e semplificazioni fiscali ai club potrebbero essere riconosciuti crediti di imposta. Che sarebbero da destinare per il 50% ai giovani e per l’altra metà alle strutture creando circuiti virtuosi. Solo con il coraggio di cambiare salveremo il calcio italiano. Questa è la mia convinzione».