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Non solo lo stadio San Paolo, fare sport a Napoli è complicato

La gestione degli impianti sportivi è disastrosa. Dal Collana al polifunzionale di Soccavo, tante le situazioni di emergenza. E molte società sono in difficoltà

Non solo lo stadio San Paolo, fare sport a Napoli è complicato
Lo stadio Collana

Le tante società di basket

Emergenza Stadio San Paolo? Le associazioni sportive e le società di pallacanestro sono in mezzo ad una strada da tempo e nessuno si è mai mosso a sostegno. Che Napoli sia una città calcio-centrica è tacito ma non tutti sanno che molte società giovanili di basket, come di altri sport, sono costrette a chiudere battenti o ad emigrare in altri comuni a causa di mancanza di strutture.

Esiste il Palabarbuto, nato per tamponare la mancanza del Mario Argento in attesa di rifacimento. Ebbene il sontuoso e storico palazzetto dello sport di Fuorigrotta giace ancora sulle polveri del suo abbattimento, mentre la sua succursale bomboniera in container è divisa tra lavori per le famose Universiadi e la spartizione delle ore tra numerose società tra cui la prima squadra di pallacanestro il Cuore Basket Napoli che sembra stia voltando pagina ma gli stessi nuovi soci avrebbero mostrato perplessità circa la struttura ed il suo utilizzo.

Il Polifunzionale di Soccavo

Mentre ci si preoccupa di sediolini, piste di atletica e ci si perde in bagarre dialettiche, troviamo chiuso anche il Polifunzionale di Soccavo sempre in virtù dell’evento mondiale che dovrebbe svolgersi in città. Una volta c’era il Collana ma la sua gestione e la scelta di consegnarlo a privati lo ha sottratto alle associazioni sportive e alle società cittadine.

Cosa vuol dire tutto questo? Lo sport, da un punto di vista sociologico, è un salvagente sociale, un viatico di salvezza per molti giovani, un processo spontaneo di crescita che accompagna i nostri ragazzi dall’età dello sviluppo fino alla maturità e pertanto deve essere incentivato dando fisicamente strutture e sostegno ad associazioni che si reggono su rette minime e quindi non con patron pronti ad esborsi per costruirsi il campo da gara.

Tante società in difficoltà

Spazio a Napoli ce n’è; lo stesso stadio San Paolo al suo interno potrebbe ospitare un campo da basket e di pallavolo, così come si potrebbe pensare di sfruttare l’ex caserma militare di Cavalleggeri per costruire impianti nuovi e funzionali. Napoli da questo punto di vista è viva, conta centinaia di migliaia di iscritti a svariate discipline e ha un ottimo bacino di giovani cestisti, ma nell’ultimo biennio sta calando per le difficoltà oggettive di trovare strutture idonee in città. Società si sono dovute consorziare per aver garantite un parquet dove allenare i ragazzi. Questo comporta una dispersione, una qualità di lavoro tecnico sempre minore, ed una perdita di talenti, molti dei quali vanno in altre regioni dove tutto funziona in maniera decisamente migliore.

Lo stadio San Paolo è solo la punta dell’iceberg, il biglietto da visita mediatico dietro cui si nasconde una nefasta gestione sportiva del territorio, in termini strutturali. Ogni volta che leggiamo un titolone sui giornali riguardo ai lavori del San Paolo ricordiamoci che se il Napoli vive questo disagio centinaia di associazioni ogni anno rischiano di comunicare ai propri scritti di iscriversi a salsa e merengue.

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