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Gianni Mura: «Il Napoli parte dal quinto posto, ha il 7% di possibilità di vincere lo scudetto»

Tra il serio e il faceto, ecco il pronostico dell’editorialista di Repubblica: «Il Napoli ha cambiato poco, ad Ancelotti servirà tempo».

Gianni Mura: «Il Napoli parte dal quinto posto, ha il 7% di possibilità di vincere lo scudetto»

Il pronostico su Repubblica

Tre giorni al campionato, si parte con le griglie di partenza, con i pronostici dei giornalisti. Gianni Mura scrive su Repubblica, intervista virtuale a sé stesso tra il serio e il faceto. E Napoli da quinto posto, secondo la sua interpretazione. Con tanto di percentuali alla Liedholm, o alla Oronzo Canà – a seconda di come uno decide di considerarle. Anzi, in realtà la prima stesura non prevede alternative: «La Juventus ha il 65% di possibilità di vincere lo scudetto, l’Inter il 35%. Nel caso in cui volessimo parlare di pronostico extralarge, dico: Juve 41, Inter 26, Roma 12, Milan 10, Napoli 7, Lazio 3, Atalanta 1».

Eppure, sul Napoli, Gianni Mura non è così severo: «Sarà interessante vedere, dopo poche partite, se esiste l’equivalente del Napoli che s’era giocato quasi tutto il campionato alla pari e s’è mosso pochissimo sul mercato. Il vero colpo è Ancelotti. Forse il mio 7% agli azzurri è troppo poco, ma credo che nel calcio certi vertici siano irripetibili. Credo che a Londra Sarri non riprodurrà il Napoli e credo che non lo riprodurrà nemmeno Ancelotti a Napoli. Aggiungo che stimo tantissimo Ancelotti, ha esperienza e saggezza da vendere. Ha conquistato i napoletani prendendo lezioni di dialetto dal magazziniere, decidendo di vivere al Vomero e non fuori città. Col presidente non litiga ma ci gioca a tressette. Piccoli segnali positivi. Poi però occorre tempo, come dimostrano le sconfitte del Napoli nelle amichevoli precampionato».

E ancora, sull’atteggiamento tattico e sullo schieramento: «C’è da cambiare un gioco imparato a memoria, è partito solo Jorginho e Hamsik ne eredita posizione e compiti. Davanti, Milik esclude uno dei tre esterni, come minimo, toglie dal centro dell’attacco Mertens, che l’aveva sostituito scoprendosi goleador. Il mio punto di domanda non riguarda Ancelotti, ma il tempo che gli occorrerà per cambiare la squadra».

Juventus padrona

Ovviamente, non si prescinde da un racconto sull’arrivo di Cristiano Ronaldo, e sulla Juventus: «La squadra di Allegri può giocare come le pare, tanto resta la più forte. Impossibile disapprovare il colpo CR7, e chiaro è il ragionamento che ha guidato la Juve: vincere la Champions, ora o mai più. Mai più, si fa per dire. C’è sempre un futuro. Chiaro anche il motivo che ha orientato il fuoriclasse portoghese su Torino: el dinero, i soldi».

Anzi, per dirla meglio: la questione fiscale. Leggiamo ancora: «Se Modric arriverà all’Inter entro le 20 di venerdì sarà per lo stesso motivo, e sarà da ritoccare la lettura della palla di lardo. Il resto è regolare, una legge del 2016 dice che un lavoratore straniero può percepire anche venti fantastiliardi, ma l’Italia si accontenterà di un pagamento di 100mila euro. Che a me pare un modo per tutelare i ricchi, che pure non sono in via d’estinzione come i rinoceronti. Col fisco spagnolo CR7 ha già avuto molti problemi e saldato con molti milioni di euro. A Torino, sul versante tasse, potrà dormire sonni tranquilli. E poi non stiamo parlando di un giocatore al tramonto, ma di uno da 20/25 gol come minimo».

Inter faraonica

L’Inter come rivale più accreditata: «Faraonica la campagna acquisti nerazzurra: tanti affari, e tutti giusti,  partire dai meno reclamizzati ma sempre utili Asamoah e Politano. Lautaro Martinez è partito col piede giusto e fa sognare i tifosi, Nainggolan dà al centrocampo quel che gli mancava: grinta, personalità, potenza fisica. Come la Juve, anche l’Inter può disporre di due squadre. Spalletti dovrebbe giocare col 4-2-3-1, molto diffuso in Europa, pochissimo in Italia, ma è un po’ il suo marchio di fabbrica».

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