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Ancelotti è come Feynman, è il positivista del calcio italiano

Feynman spiegava il disastro dello Space Shuttle con un bicchiere d’acqua, cancellando ogni complotto. Ancelotti può insegnarci a tacere per imparare.

Ancelotti è come Feynman, è il positivista del calcio italiano

Oltre i selfie ai funerali

E il sabato, mentre l’aria ancora vibra dell’impazzimento totale da fake news di mercato costruite ed alimentate da anonimi in rete, irrompe la realtà. Mister Ancelotti è il Richard Feynman del calcio italiano. Un positivista del pallone che sa maneggiare gli animi dei suoi uomini a colpi di moduli ed equazioni in un contesto in cui ci si abbandona a qualunque suggestione purché sia irreale. Un genio ancorato a terra mentre attorno si delira con i selfie ai funerali.

A Verona i tocchi di CR7 vengono accompagnati da sussulti di sottofondo. Sembrano le fake laughters che si ascoltano in tutte le sitcom americane. Anche lì la realtà organizza un blitz inatteso, in cui aspetti il fenomeno e spunta Giaccherini.

Sono mesi che nel mondo è in atto una fuga dalla realtà. Un movimento con radici in psicopatologie importanti, alle quali nessuno tra noi è completamente immune. Certo Roger Stone non vale Spud, ma il germe originario è il medesimo. È un vortice che può risucchiare aldilà delle aspettative.

Per questo oggi più che mai il nostro Ancelotti-Feynman ha un ruolo fondamentale. Il fisico americano spiegava il disastro dello Space Shuttle adoperando un banale bicchiere d’acqua sotto gli occhi della commissione presidenziale d’inchiesta che cercava un complotto da guerra fredda. Con la medesima apparente semplicità il nostro tecnico destruttura la realtà intossicata dal botulino del falso, figlio del desiderio di voler continuamente illudersi di poter essere partecipi di qualcosa semplicemente parlandone. Mister Ancelotti potrebbe insegnarci di nuovo l’importanza di tacere e stare a guardare per imparare:

“Stare a guardare è un’arte, e anche molto difficile, ed è bene farlo anziché partire in tromba in una direzione o nell’altra. Ma non è meglio fare qualcosa? Nossignore, se non hai le idee chiare è meglio stare a guardare”

L’ha detto Feynman. O forse il Mister.

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