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Prospettiva terzini: Hysaj, Mario Rui e Ghoulam nel Napoli di Ancelotti

Un’analisi su uno dei ruoli più delicati nel calcio di Ancelotti: l’impatto del nuovo corso sulla batteria dei terzini, tra movimenti diversi e la necessità della qualità.

Prospettiva terzini: Hysaj, Mario Rui e Ghoulam nel Napoli di Ancelotti

Giocare su due lati

Una delle caratteristiche più percettibili del Napoli di Sarri riguardava l’asimmetria del gioco: al di là delle (calzanti) suggestioni politiche, era una squadra decisamente spostata a sinistra. Era (e resta) un discorso di caratteristiche dei calciatori: se da una parte hai Hysaj, Allan e Callejon e dall’altra ci sono Ghoulam, Hamsik e Insigne, la scelta viene facile. E il discorso non cambia quando inserisci Mario Rui al posto di Ghoulam. Quindi, soluzione immediata: il gioco di posizione e di possesso viene sviluppato soprattutto da una parte. A destra si applicano meccanismi più elementari, si lavora più per concludere la manovra piuttosto che per costruirla.

Ora la situazione è cambiata, il Napoli di Ancelotti gioca in maniera diversa, più diretta, l’organizzazione della fase offensiva è strutturata secondo principi di verticalità e ampiezza, in alternanza. Quando una squadra ragiona in questo modo, non può fare affidamento sui giocatori di una sola corsia. Anzi, l’idea è proprio quella di velocizzare l’attacco sfruttando tutti gli spazi che possono aprirsi, soprattutto quelli esterni. Ed allora il ruolo e il posizionamento del terzino cambiano, mutano le prospettive e le richieste tecnico-tattiche. Qualche frame di Napoli-Chievo mostra quello di cui parliamo:

Il pallone viaggia da Fabian Ruiz, direttamente verso Hysaj

È un modello diverso rispetto al passato. Proprio nel concetto di sostegno costante alla proiezione offensiva, che deve essere posizionale e situazionale. Spieghiamo la differenza: in fase di possesso, quindi di attacco posizionale, l’idea è quella di tenere i terzini sempre alti, contemporaneamente su entrambe le fasce, in modo da tenere vive due soluzioni di passaggio, una sul corto (in base a dove si sta svolgendo l’azione) e una sul lungo (per il cambio di campo). È l’idea di calcio “confessata” da Davide Ancelotti nella sua intervista al Napolista. Sopra, abbiamo visto un segmento che spiega questo concetto. Alla fine del video, si vede benissimo Luperto che ha seguito l’azione, è ben oltre la linea di trequarti del Chievo. Sotto, invece, spieghiamo la fase situazionale:

Luperto va in sovrapposizione, nello spazio lasciato da Insigne che rientra verso il centro del campo

In questo breve video, il Napoli segna in situazione di transizione, ovvero dopo aver recuperato palla e puntato la difesa avversaria in situazione di sostanziale parità numerica. Luperto, laterale sinistro della difesa, attacca subito lo spazio lasciato libero dal movimento a convergere di Insigne. Ecco il senso di supporto situazionale: la squadra avvia una nuova azione offensiva, il terzino sale subito ad accompagnare, in questo caso per creare spazio.

La rosa del Napoli

Dalla lettura combinata di questi meccanismi, nascono le esigenze di Ancelotti. Esigenze interne ed esterne, ovvero riferite alla rosa a disposizione e a quello che arriverà dal mercato. Sì, perché il Napoli ha due terzini e mezzo a disposizione (Hysaj, Mario Rui e Luperto), e attende il rientro di Ghoulam. Manca il secondo uomo a destra, e dopo aver visto giocare la squadra è possibile capire il profilo che si sta cercando.

Ma andiamo con ordine: Hysaj, Mario Rui e Ghoulam sono pronti per questo tipo di lavoro? Sì, ma con caratteristiche diverse. Sopra abbiamo visto Hysaj, che in qualche modo rappresenta il lato “difensivo” del discorso. Per capirci: l’albanese ha grande gamba, è teoricamente pronto e disponibile a coprire tutta la fascia, ma manca della qualità di piede necessaria a un lavoro di supporto creativo. Questione di percezione rispetto al suo modo di giocare il pallone, ma anche di numeri: 4 assist in tre stagioni di Napoli, e una media di 0.7 passaggi chiave a partita. Come dire: è un calciatore diligente, ma deve sviluppare la pura tecnica per poter diventare “un Ancelotti”, soprattutto all’interno di un sistema che lo vedrà perennemente coinvolto nella fase d’attacco. Dal punto di vista tattico-difensivo, non dovrebbero esserci preoccupazioni di sorta.

Ghoulam-Mario Rui

A sinistra, la situazione è decisamente migliore. È il gioco di specchi dell’eredità di Sarri, per cui la batteria di terzini mancini ha una qualità di tocco maggiore. Mario Rui giocherà in maniera diversa rispetto allo scorso anno, quando veniva utilizzato soprattutto come terzo uomo nei triangoli combinati di Hamsik e Insigne, era una sorta di laterale di possesso in grado di sovrapporsi, ma più per alimentare il gioco di posizione che per offrire uno sfogo offensivo laterale. L’impatto con Ancelotti, un assaggio di Napoli-Chievo nel secondo tempo, è stato positivo: il portoghese si è proposto spesso in proiezione offensiva, una conclusione in porta tentata, un adattamento che sembra possibile al gioco del tecnico di Reggiolo. Questione di qualità, da applicare ai nuovi movimenti.

Infine, Ghoulam. Nel Napoli di Sarri, Faouzi era una risorsa offensiva in perenne stato di moto, ragionava come laterale di supporto ma anche come possibile uomo in più a centrocampo e in attacco. È un discorso di grande tecnica e letture avanzate del gioco, che con Ancelotti potrebbero trovare uno sfogo ancora più offensivo: una sovrapposizione dell’algerino in fase di transizione, o il due contro uno con Insigne su una situazione di ribaltamento potrebbe rappresentare una delle armi migliori per il nuovo corso. Del resto, Ancelotti sta lavorando per giocare proprio in questo modo.

Conclusioni

Da qui discende il discorso sul mercato, che si sviluppa su due linee rette e parallele: un terzino destro di spinta, non un regista laterale alla Cancelo, piuttosto un cursore di buona qualità tecnica (Arias era un obiettivo spendibile). E poi c’è la necessità che questo profili sia in grado di disimpegnarsi anche a sinistra, perché il recupero di Ghoulam è ancora laborioso. Darmian sembra essere in pole, negli anni di Torino giocava come esterno a tutto campo e di spinta, con numeri positivi in fase offensiva (9 assist decisivi in quattro stagioni e una media di 1,1 passaggi chiave). Potrebbe essere una buona soluzione-tampone, soprattutto aggiungerebbe elasticità all’organico ed esperienza internazionale (70 presenze totali tra coppe europee e nazionale). Vediamo se l’affare si concretizzerà.

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