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Cavani a Padova, la Corona Cavanese e “Nessuno”, il giocatore che serve

Dialogo surreale sul viaggio di Cavani attraverso l’Europa, prima in Veneto e poi in Grecia, a bere e a spendere (poco) la moneta della propria clausola.

Cavani a Padova, la Corona Cavanese e “Nessuno”, il giocatore che serve
Ecco la seconda puntata dei dialoghi estivi di Gianni Montieri e Raniero Virgilio. A questo link, il primo episodio.

Caro Raniero,

ti sorprenderà sapere chi mi sono trovato in treno stamattina; alla stazione di Padova è salito Cavani. Si siede nel posto di fronte al mio e mi domanda cosa ci faccia io sul Frecciarossa; lo guardo, sorrido e sentenzio che non mi deve sfottere di lunedì mattina, piuttosto cosa ci fa lui a Padova. Padova, Parigi, sempre sei lettere sono, che differenza dovrebbe fare? Ha aggiunto. Non ho avuto nulla da obiettare, gli ho chiesto se stesse pensando di passare al Cittadella, ha detto di no. La catena di destra del Cittadella è il cesso, mi ha detto. Azz’, ma sei informatissimo, gli ho risposto. Bisogna essere pronti a qualunque eventualità, mi rimbrotta.

A Napoli ti cercano come ogni anno a luglio. Perdono tempo, a me piace troppo passare il tempo libero con Neymar. Davvero, e che fate? Ci tuffiamo nella Senna una continuazione. Uh, ma che bello. Dovresti vederci. Meglio di no. Verso Verona gli ho chiesto di fare due chiacchiere su Thiago Motta, per accordare la sonnolenza che mi stava prendendo.

Ciao Gianni,

La tua storia non mi meraviglia. Due giorni fa Cavani era con me sul lido di Vitali ad Andros. Lui ha ordinato un Red Sunset ed ha pagato con un milleduecentesimo di clausola – devi sapere che Cavani ha un conio a parte, volgarmente detto Corona Cavanese, che è basato sulla sua clausola. Mi ha raccontato che ha avuto qualche richiamo ufficiale da Draghi a riguardo ma poi la cosa è passata sotto silenzio.

Poi, sempre assieme a Beppe Viola, ci hanno servito un vino dolce dal nome Kanenas, la parola che Odisseo usò in risposta al cornuto e mazziato Polifemo che gli chiese come si chiamasse: “Nessuno”. È stato gradevole bere con Cavani del buon “Nessuno”, perché Edinson mi ha confidato che quando lo chiamano al telefono per discutere di un possibile trasferimento e gli chiedono: “Chi è?” anche lui risponde: “Nadie” poi ride e attacca.

Buonasera Raniero,

a te e alla meravigliosa Grecia, ciò che mi racconti non mi stupisce, e credo non abbia stupito nemmeno il nostro Beppe Viola. Non so dove mi è capitato di leggere oggi che Cavani sarebbe in Uruguay col cellulare spento. Mi fa sempre molto ridere questa cosa estiva dei cellulari dei calciatori spenti, ma figuriamoci, al massimo Cavani tiene un Gargano che glielo mantiene un momento, un garganello, così sta a posto pure se gli viene fame. La cosa più divertente è che questa cosa l’abbia detta Lopez, l’allenatore (o ex? Mo’ non mi ricordo) del Cagliari: ma ti pare che Cavani possa dare il suo numero vero a Lopez?

Ho visto che a Dimaro è arrivato Mario Rui, ho intenzione di occuparmi molto di lui quest’anno, quasi quasi ne faccio un inviato speciale, dove non saprei. A Milano è l’ora dell’aperitivo, io invece assaggerei volentieri il Kanenas insieme a te, ci metteremmo davanti al mare come Borges e Omero reinventati in un racconto di Michele Mari, e da ciechi con la vista lunga alla domanda: “Chi viene a Napoli?” risponderemmo “Nessuno”.

Caro Gianni,

Nessuno è sia l’attaccante che il terzino di cui abbiamo davvero bisogno. Pensa che mentre beviamo al bar del lido, io Cavani e Beppe riflettiamo sul significato mai completamente sviscerato dell’aggettivo polytropon col quale Omero marchia Odisseo al primo rigo – “multiforme”, “versatile” – mentre la traduzione più esatta è nell’albero di Natale di Ancelotti (che il re di Itaca conosceva bene). Allan terzino (o esterno basso, come si dice oggi, nei locali pallonari alla moda) è il nostro polytropon. Hamsik regista davanti alla difesa avrebbe ispirato un capitolo intero al vecchio poeta cieco. A proposito, pare che Omero sia a Dimaro.

Intanto ho ordinato un Old Fashioned per Cavani. Ho offerto io, non si sa mai.

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