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Callejon l’eterno precario quando cambia l’allenatore. Sarri se ne innamorò, e Ancelotti?

Tre anni fa, ai tempi dell’ultimo cambio in panchina, Callejon sembrava destinato all’addio. Ora è uno dei calciatori più lontani dal calcio di Ancelotti.

Callejon l’eterno precario quando cambia l’allenatore. Sarri se ne innamorò, e Ancelotti?

Un déjà vu

Tre anni fa, l’arrivo di Sarri sulla panchina del Napoli sembrava dover essere il prologo all’addio di Callejon. Si parlava di inadattabilità, di inadeguatezza tattica, di una connessione impossibile tra il calcio di Maurizio e quello di José Maria. Ebbene, sappiamo com’è andata. È una condizione quasi inevitabile, per cui l’incontro con Callejon ti porta quasi immediatamente ad innamorarti di lui. Fino a cambiare qualcosa del calcio, fino a rivedere alcune delle tue convinzioni.

Oggi siamo di nuovo nella stessa situazione, o giù di lì. Perché Callejon sembra un calciatore lontano dalle idee di Ancelotti, dal calcio secondo Carletto, dall’idea di esterno d’attacco che il tecnico di Reggiolo sembra già aver pensato su questa squadra. In questo senso, eravamo stati (facili) profeti nel longform di presentazione sull’arrivo di Ancelotti al Napoli:

Callejon ha moltissime qualità ma forse gli mancano le caratteristiche per essere efficace rientrando verso il centro (con Ancelotti sarebbe finalmente il momento dei piedi invertiti?). È un calciatore  nell’esecuzione della giocata meccanica e finale, ma diventa un calciatore normale quando si tratta di costruire il gioco. Per questi motivi, è l’unico calciatore del reparto d’attacco per cui si potrebbe ipotizzare una cessione.

Sensazioni tattiche

Le prime sensazioni da Dimaro non hanno modificato di molto questi assunti preventivi. O meglio: Callejon si sta allenando in maniera seria e professionale, non ci sono segnali che fanno presagire un suo malumore o addirittura un suo addio. Allo stesso tempo, però, abbiamo notato come la posizione dell’esterno destro d’attacco e i meccanismi d’attacco in cui è coinvolto sembrano lontani dal passato recente, dal codice di gioco finora interpretato da Callejon a Napoli.

È una questione di movimenti, di lettura e scrittura e interpretazione calcistica. Abbiamo visto molto raramente il classico pallone di Insigne sul secondo palo, molte più volte abbiamo visto la squadra cercare l’esterno offensivo accentrarsi verso la trequarti, per offrire una situazione di passaggio. È come se le attribuzioni di Insigne a sinistra si spostino anche dalla fascia opposta, non è che Callejon non sia in grado di fare anche questo, il fatto è che le sue caratteristiche vanno in un’altra direzione, quella che conosciamo, che abbiamo visto negli ultimi cinque anni. Sa fare altro, José, sa fare soprattutto altro. E lo fa come nessuno.

Il mercato

Il fatto che De Laurentiis abbia lasciato “aperto” il mercato, parlando delle valutazioni da fare sulla rosa del Napoli, ci fa pensare che tutto sia possibile. O meglio: che la società stia aspettando le relazioni di Ancelotti per capire se e come muoversi per potenziare/integrare tutti i reparti.

Torniamo al punto di partenza: si è parlato di Di Maria, si continua a parlare di un attaccante centrale, in attesa di capire quale sarà il destino di Mertens. Insomma, qualcosa sembra muoversi, ed inoltre è già arrivato Simone Verdi. Che, teoricamente, potrebbe giocare ovunque nel tridente offensivo. Anche a destra, nello slot occupato da Callejon.

Il punto è la scelta, da pensare e fare in funzione della squadra. Ovvero: Verdi potrebbe insidiare Callejon, potrebbe arrivare un altro calciatore in quella posizione, oppure alla fine si potrebbe pensare di continuare con José Maria. Tutto dipende dall’evoluzione del mercato, dalle occasioni che si presenteranno. Perché è difficile trovare qualcuno con un valore assoluto più alto, e un’esperienza maggiore, rispetto a Callejon. E perché sarebbe giusto pensare a un addio dello spagnolo, nel caso si procedesse a un’operazione di successione. Tanti tasselli da mettere insieme, noi restiamo della nostra idea: le prime impressioni ci suggeriscono che Callejon non sembra aderente al calcio di Ancelotti. Poi, magari, succede come tre anni fa: doveva andare via, è rimasto, e Sarri ha cambiato anche (se non soprattutto) per lui. Questione d’amore, e Ancelotti è un bel manico (cit). Vedremo se si farà sedurre anche lui.

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