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Sarri e De Laurentiis come la coppia ritrovata abbracciata a Pompei

Al di là del freddo di questi giorni e della mossa Ancelotti, i due sembrano destinati a rimanere insieme ancora per un po’

Sarri e De Laurentiis come la coppia ritrovata abbracciata a Pompei
I due corpi intrecciati, ritrovati nella casa del Criptoportico a Pompei

La coppia è scoppiata

Un fiume in piena che sembrava dovesse travolgere uomini e cose. Compreso i sogni calcistici di una città che vive di calcio infischiandosi del resto. Era questa, fino a poche ore fa, la sensazione che si ricavava annotando le invettive che si scagliavano – tu ne dici una a me io ne dico due a te – Aurelio De Laurentiis e Maurizio Sarri. Avendo cura, però di annacquarle con plateali – e perciò improbabili – attestazioni di affetto e di stima che, in realtà, servivano a mascherare la freddezza di un rapporto che non è mai sbocciato nonostante il fantastico work in progress della squadra che ha scosso perfino la freddezza di Pep Guardiola oltre a mandare in bestia l’Allegri juventino che per la prima volta ha avuto davvero paura di cascare dal trono ben protetto nel quale è adagiato.

La storia è nota: la coppia è scoppiata quando i rispettivi difficilissimi caratteri si sono rivelati (cioè subito) e le finzioni di questi giorni sono apparse immediatamente poco credibili: Maurizio, recitava Aurelio facendo rivivere per un attimo i fasti della Filmauro che ora sono appassiti, tu sei l’autore della Grande Bellezza calcistica, sono orgoglioso di quello che hai fatto e questa è per sempre la tua casa. Per carità – replicava il toscanaccio che quanto a malizia sta molto più avanti del napoletano – tu sei un presidente che non ha mai interferito nel mio lavoro, non avrei potuto desiderare di meglio. Cucchiaiate di miele ma chi sapeva leggere non è cascato nel tranello, a cominciare dal cronista il quale ha sempre pensato che il finale della storia, assolutamente a sorpresa, non è da scrivere, ma è già stato scritto prima che si desse inizio alla danza del congedo.

La mossa Ancelotti

Un momento thrilling, l’unico in un copione arcinoto, in realtà c’è stato quando nel grande calderone dei papabili tutti blasonati ma nessuno capace di accendere la fantasia dei tifosi che alla corte di Sarri sono diventati molto esigenti e di palato fine  – diciamo Benitez, Conte, Emery, Giampaolo e così via – è spuntato, quasi una di quelle diaboliche macchinazioni che tanto piacciono a don Aurelio, il nome che spariglia le carte e ruba il “mazzetto” dell’avversario. Ancelotti Carlo, eccolo il nome che ha stordito la platea tutta incondizionatamente sarriana. Con l’aggiunta si qualche cronista che ne sa una più di tutti: è tutto vero Ancelotti è un grande amico di De Laurentiis, sono già d’accordo.

Carletto, che conosce le mille e una trappole dell’ambiente calcistico, non ha abboccato all’amo e ha taciuto restandosene in vacanza in Canada. Ieri sera è anche comparso a San Siro per la festa di Andrea Pirlo, ma se n’è stato buono sulla panchina che è stata la sua per anni. L’irruzione in scena, forzatissima, di Ancelotti, però un effetto lo ha avuto: la tensione, altissima domenica, si è in parte allentata. Il tifoso, insomma, ha riflettuto giusto un attimo, poi si è convinto:  nel cambio, forse, andiamo ancora meglio.

Tutto chiaro? A noi sì, ma la certezza ci deriva da un ragionamento che abbiamo ben presente nella nostra mente: De Laurentiis e Sarri sono “condannati” a stare insieme ancora per un po’. Quanto non è dato di sapere, ma l’abbraccio che lega l’uno all’altro è del tipo di quello che ha consentito agli archeologi che scavano a Pompei di ritrovare i corpi di due amanti sepolti dal terremoto. Davvero è così? Il cronista un poco ci crede, ma accetterà l’eventuale smentita che seppellirà la sua certezza. E’ il calcio, bellezza, cioè il contrario della logica.

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